«Da trent’anni nel degrado ora bisogna intervenire»

SPINEA. Acquitrini, topi, caldaie rotte e infiltrazioni. Viaggio nel bronx (tutto veneziano) di Spinea, dove dopo più di 30 anni c’è ancora chi ha la forza di alzare la voce. Tornano ad accendersi i riflettori sui 170 appartamenti di proprietà del Comune di Venezia al Villaggio dei Fiori, vera e propria enclave dimenticata fuori i confini comunali del capoluogo.
Uno dei portavoce del comitato, Ernesto De Bei, abita nel quartiere dal 1982: «I problemi sono emersi fin dall’inizio», sostiene, «con anomalie costruttive evidenti. Vista la situazione ci siano costituiti in comitato per poter tutelare i nostri diritti, sollecitando la proprietà a intervenire. Gli incontri da allora non si contano più e ogni volta il Comune di Venezia ci ha promesso un intervento risolutivo, salvo prendere tempo dicendo che non ci sono soldi. Oggi i problemi si sono, se possibile, aggravati, creando agli inquilini disagi e preoccupazioni».
Secondo De Bei gli alloggi non hanno mai avuto alcuna manutenzione. «Ci domandiamo dove siano finiti i soldi degli affitti che potevano in parte essere utilizzati per la manutenzione». Così dopo 32 anni i segni del tempo in palazzoni ormai fatiscenti sono sotto gli occhi di tutti: piastrelle staccate dal pavimento, infissi in metallo che non tengono e fuori ogni normativa di risparmio energetico e pareti interne con crepe larghe un dito. Per non parlare poi di infiltrazioni d’acqua, caldaie rotte e non sostituite e situazioni di degrado, anche sociale, con anziani costretti al freddo e senza acqua calda in pieno inverno, nonostante i numerosi solleciti ad intervenire da parte del comitato. Una situazione di trascuratezza che ora coinvolge anche i cittadini che non vi abitano. «Alcune pareti esterne dei condomini scoppiano, creando pericolo per i passanti», continua De Bei, «così come lo creano le tubazioni dell’acqua che spesso si rompono, come accaduto non molto tempo fa e allora 50 famiglie erano rimaste senz’acqua».
Senza contare l’annosa questione del teatro a nord del complesso veneziano, allagato con due metri di acqua a causa di una falda mai tappata e della piscina sotterranea dietro la farmacia, diventata tana per i topi. «L’assessore veneziano alla Casa Bruno Filippini ha ribadito che non c’è un euro per noi e che il Comune avrebbe pensato di vendere gli alloggi», denuncia De Bei, «ma stiamo ancora aspettando una stima sul prezzo di vendita e sul sistema di pagamento».
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