Da Grace Kelly a Paola di Liegi Il Moretto più celebre del mondo

La lunga storia della gioielleria Nardi inizia nel 1920 quando Giulio Nardi apre il primo negozio in Piazza San Marco e, pur avendo origine toscane, non ha dubbi in quale città investire. «Il mio amore per questa città di acqua e luci è così intenso che spero i miei gioielli riescano a portare Venezia nel mondo» diceva, mentre la sua mente lavorava per reinventare quello che sarebbe diventato il pezzo che portò il nome di Nardi in tutto il mondo.
Il Moretto veneziano, poi declinato in infinite varianti, apparve in vetrina nel 1931 con il suo viso intagliato in onice o tartaruga, il turbante decorato da rubini e smeraldi, da allora, non è mai sceso dalla cima dei desideri delle signore.
Per Paola di Liegi, regina del Belgio, Nardi creò il Moretto che porta il suo nome, realizzato con turchesi e corallo o con rubini e zaffiri.
Tra le clienti abituali della gioielleria sotto le Procuratie Nuove c’era anche Grace Kelly, che ebbe un Moretto alla sua altezza, oro e file di diamanti, mentre Liz Taylor, che non si accontentava mai, aggiunse alla sua sterminata collezioni di gioielli la spilla fatta in oro giallo e zaffiri in tinta (quasi) con gli occhi.
Il Moretto, sintesi tra l’immagine shakespeariana di Otello, le tecniche orafe veneziane e la tradizione artistica delle Turcherie settecentesche, affascinò anche Ernest Hemingway, che quando usciva dall’Harry’s Bar allungava la passeggiata fino in Piazza per ammirare le vetrine di Nardi. Per lo scrittore, il gioiellerie creò Hemingway, un Moretto dalla forma simmetrica il cui busto ricorda un’armatura rinascimentale. Tra i clienti anche Arthur Rubinstein, Ingrid Bergman, Marylin Monroe, Barbara Hutton, Jeo Di Maggio fino a Elton John e la diva del burlesque Dita Von Teese. —
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