cuoco ed ex videomaker

Marco Bravetti è un cuoco. Lo fa dopo aver abbandonato l’attività di videomaker grazie alla quale ha lavorato anche alla Biennale. Ha scelto la strada del cibo anche grazie al fatto che ha sempre bazzicato tra fornelli e sale del ristorante gestito dal padre e dal fratello a Sant’Angelo. Il padre per tanti anni ha lavorato sulle navi da crociera nei Caraibi. Marco sottolinea di essere arrivato a questa professione tardi. E per certi versi lo considera un fatto positivo. «A una certa età ci arrivi consapevole, disincantato e non illuso dal fenomeno dello “cheffismo” che tanti ragazzi sta rovinando. Escono dalle scuole già illusi, aggiungi i concorsi e le trasmissioni televisive e loro credono di poter diventare dei grandi nel mondo della ristorazione. In verità ben pochi ce la fanno perché la realtà è diversa».
Marco va oltre alla cucina fine a se stessa e ne fa un fatto di cultura.
tocia
Da qui, l’anno scorso, ha creato un’associazione culturale che ha chiamato “Tocia! cucina e comunità». Il manifesto dell’associazione recita: “Cucinare è un atto rivoluzionario”. Spiega Bravetti: «Tocia! è una piattaforma sperimentale con l’obiettivo di sperimentare strade nuove e canali dimenticati nel rapporto tra cucina e comunità, stimolando una rivoluzione culturale etica, solidale e sostenibile anche nella filiera alimentare veneziana». Da qui la ricerca dei prodotti eduli vegetali della laguna che ha visto insieme cuochi e ricercatori, uno spazio dove realizzare un orto in verticale e poter mettere a disposizione delle “residenze” per giovani cuochi. E soprattutto un luogo dove il confronto tra varie culture sia alla base della cucina. —
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