Crolla una gru, sfiorato l’auditorium

FAVARO. Tragedia sfiorata ieri mattina a Favaro, per il crollo di una gru di circa trenta metri all’interno di un cantiere privato di via Gobbi. Poteva davvero finire male per gli operai che lavorano, ma anche per le residenze comunali che ci sono attorno. Siamo nella zona dietro la bretellina che unisce via Gobbi a via Triestina, per intenderci, a fianco alla piscina Marco Polo e all’Auditorium Sbrogiò. All’interno del cantiere, sono in costruzione parecchie unità abitative, appartamenti e non solo e c’è anche il grande cantiere del nuovo Distretto sanitario Mestre Nord, dove si lavora alacremente per finire rispettando i tempi. Costruzioni già ben definite, le strutture sono in piedi e a buon punto nonostante le piogge infinite che hanno ritardato molti interventi in città.
All’incirca alle 9 del mattino, quando il cantiere era già aperto e le persone al lavoro, una delle grandi gru posizionate all’interno, quelle altissime che si vedono anche a metri di distanza, è crollata a terra, piegandosi su se stessa. Il braccio del grande mezzo di lavoro si è schiantato al suolo proprio nell’unico punto in cui non c’erano persone, ma anche nessun palazzone o abitazione, che invece si fermano poco prima. Perché se è vero che il cantiere è recintato, è anche vero che una simile lunghezza può oltrepassare lo spazio delimitato. Il braccio è “collassato” a pochi metri dall’Auditorium dove c’è il Gruppo anziani, sfasciando due recinzioni ed entrando per molti metri nell’area verde della struttura della Municipalità. Rompendo qualche ramo dell’albero che ha trovato frapposto tra un muretto e una recinzione e solcando il terreno. Fortuna ha voluto poi che nell’area verde non ci fosse nessuno, perché vista la giornata calda e soleggiata, avrebbe anche potuto esserci qualche passante che magari portava il cane a fare due passi.
Non sono intervenuti i vigili del fuoco di Mestre, ma sul posto si sono recati gli agenti della municipale, per capire se c’erano stati danni all’Auditorium e il presidente di Favaro, Ezio Ordigoni, parecchio scosso per quanto successo: «Dire che l’abbiamo scampata per un pelo è ancora poco», spiega, «oggi (ieri, ndr) c’è il sole e qualcuno ci ha assistito dall’alto, se è così lo ringraziamo vivamente perché il braccio della gru, se solo fosse crollato dalla parte opposta, avrebbe potuto ammazzare parecchie persone. Per noi i danni sono molto marginali, si tratta di reti, un albero, niente in confronto all’accaduto». Prosegue: «Credo che in tutti i punti in cui poteva cadere, abbia scelto l’unico possibile».
Ordigoni, però, lancia un forte appello alla sicurezza: «È andata molto bene, che debba servire di monito per imprese, ditte e per gli stessi lavoratori che devono rendersi consapevoli della sicurezza da espletare nell’ambito della propria mansione, la prevenzione nei luoghi di lavoro dev’essere al primo posto». Al cantiere si sono recati anche i tecnici dello Spisal dell’Asl 12, che dovranno stabilire se tutto era a norma sotto il profilo dei controlli e dei collaudi del macchinario e cosa abbia potuto provocare l’incidente. Al cantiere anche uno dei costruttori, evidentemente sconvolto: «Che sia caduta lì», dice, «è stata una fortuna».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia