Critiche allo striscione Il gestore della “Fi*a” «Ma non è sessismo»

L’ex nazionale di rugby Enrico Bacchin spiega di non aver voluto offendere nessuno con la discussa pubblicità

JESOLO

«Sessismo? Credo sia esagerato». Enrico Bacchin, ex nazionale di rugby e giocatore iridato tra San Donà, Treviso e Padova, è il titolare di “Crashit”, prossima hamburgeria in piazza Mazzini che ha affisso un discusso cartellone pubblicitario bollato di sessismo.

Ha giocato sulle consonanti della parola “fila” per attrarre l’attenzione della platea maschile. Ma la rete si è ribellata parlando di medioevo e annunci scontati e retrogradi. Ex rugbista professionista, Bacchin ha fatto della sua passione un vero e proprio lavoro dopo che si è formato al “Vecchie Maniere” di San Donà, facendo tesoro dei tanti viaggi negli Usa e Europa con mix di marketing e fantasia.

Ha scelto Jesolo e piazza Mazzini per lanciare il locale in una piazza dove c’è appunto sempre tanta “fila”. «La scelta ricade su Jesolo per svariati motivi», spiega, «abbiamo analizzato attentamente il mercato e crediamo sia il punto di partenza più adatto. Effettivamente, poi, a livello nazionale è uno dei litorali più blasonati e in costante evoluzione. La volontà è trasmettere un messaggio “forte” ma ironico, un messaggio che non passi inosservato; non la solita “coming soon”. Inoltre, credo sia il momento giusto per sdrammatizzare e utilizzare il linguaggio comune senza dover pesare ogni singola lettera. Spero che anche i miei avventori preferiscano la comunicazione al “politically correct”, senza mai mancare di rispetto sia chiaro».

«Avrei potuto fingere che in piazza Mazzini non ci sia gente», riflette, «avrei potuto dire che mi sarebbe indifferente la fila fuori dal mio locale, avrei potuto dire che piazza Mazzini ci sono tante ragazze, ma ho preferito la verità: in piazza Mazzini ci sono tante bellissime ragazze! Anche ragazzi, eh per carità». «Francamente parlare di sessismo mi sembra un po’ estremo», conclude, «la parola “Fi *a” da noi interpretata non allude a nessuna parte del corpo femminile a cui hanno fatto riferimento. Oggi pensiamo al futuro e credo che se il percorso delle vaccinazioni raggiungerà i risultati sperati da tutti, in tempi brevi, ci sarà la “fila” ovunque». E anche il sindaco, Valerio Zoggia, è ieri intervenuto con lo spirito che lo contraddistingue: “Non credo che quel manifesto vada preso sul serio, in fondo è una goliardata». —



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