Corteggiamento e stalking contro Lara Comi: «Revocare la seconda sentenza di condanna»

L'imprenditore jesolano intravede ora la possibilità di accoglimento del suo ricorso in Cassazione, parte offesa l'esponente di Forza Italia

JESOLO. Stalking a Lara Comi, l’imprenditore jesolano Giovanni Bernardini intravede ora la possibilità di accoglimento del suo ricorso in Cassazione. Bernardini era balzato alle cronache per il suo corteggiamento troppo insistente all’ex eurodeputata di Forza Italia, Lara Comi.

Le aveva regalato un brillante da oltre 3 mila euro, poi messaggi d’amore, fino a raggiungerla in Lombardia in occasione di un evento sportivo nonostante lei avesse ottenuto un provvedimento chiaro, che impediva all’uomo di avvicinarsi oltre i 500 metri.

Secondo Comi era diventato un’ossessione, mentre lui si era giustificato raccontando di aver avuto un qualche incoraggiamento dalla donna, e di non aver voluto fare del male.

L’avvocato di Jesolo, Pierpaolo Alegiani, ha raggiunto il suo assistito nel carcere di Busto Arsizio e studiato una strategia difensiva esaminando con attenzione lo scambio di messaggi e mail intercorso. E aveva sostenuto che – almeno all’inizio – Bernardini poteva anche essere stato illuso. Ma lui perseverava; non si era arreso neppure dopo il rifiuto ed era stato infine condannato.

Ora la Procura generale presso la Cassazione ha chiesto l’accoglimento del ricorso. Un evento piuttosto raro perché si ritiene che la sentenza della corte d’Appello di Milano, che lo aveva punito, debba essere annullata.

Il primo procedimento era stato chiuso a Busto Arsizio, terminato con l’accoglimento del Gip della richiesta della pena concordata, patteggiando e senza risarcimento del danno, con il beneficio della sospensione. Lui però aveva mandato ancora messaggi e frasi d’amore; così è iniziato il nuovo procedimento a Milano, dove in Tribunale prima e in Corte d’Appello poi è stato ritenuto colpevole di stalking, condannato a 18 mesi più il risarcimento in via provvisionale di 10mila euro.

«Il ricorso in Cassazione è stato presentato», dice l’avvocato Alegiani, «perché non si considerava un reato nuovo, ma la continuazione del precedente e pertanto Bernardini non poteva essere condannato ancora per lo stesso fatto. La Procura generale nella requisitoria ha confermato la tesi della difesa e ritiene che la seconda condanna vada annullata».

«Il prossimo passaggio», conclude l’avvocato Alegiani, « sarà tra quindici giorni con l’udienza in Cassazione; essa potrà annullare la sentenza della Corte d’Appello di Milano, che aveva confermato la sentenza di primo grado del Tribunale». —



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