Corte Salasco ristrutturata con 3 milioni, ora è in rovina

Corte Salasco in degrado
CAVANELLA.
Poteva ospitare un ufficio postale, un ufficio turistico e qualche altro servizio pubblico, essere il luogo dove tenere la sagra di San Giorgio (lo era stato per molti anni, prima del restauro), magari anche mostre, proiezioni, spettacoli. E ci poteva fare un bed&breakfast con ristorante annesso. Qualcuno, vista la tranquillità del luogo ci aveva visto bene anche una casa di riposo. Oggi, invece, Corte Salasco, il grande e secolare complesso rurale che si trova in centro a Cavanella, è completamente abbandonata, piena di erbacce e di infiltrazioni di umidità, dopo una ristrutturazione finita due anni fa e costata oltre tre milioni di euro. Dei tanti progetti che la riguardavano quando, circa sette anni fa, ne era stato previsto il restauro coi fondi della Legge speciale, nessuno è mai stato neppure avviato: a lavori finiti le casse del Comune piangevano lacrime amare e così è stata messa nell'elenco dei beni comunali in vendita. Solo che nessuno la vuol comprare: costa troppo. Ma basta avere pazienza: tra qualche anno, in preda alla rovina, non varrà più nulla. E' Roberto Tiozzo, titolare del panificio di Cavanella, a segnalare la situazione. «Come negoziante trovo orribile questa foresta proprio di fronte al mio negozio, come cittadino vedo uno sperpero di denaro pubblico e tante occasioni mancate», dice. Difficile dargli torto. Eppure basterebbero un paio di giorni di lavoro, ad una ditta specializzata, per ripulire almeno dalle erbacce il grande cortile di Corte Salasco, allontanare «topi grandi così» e altri animali molesti. Certo la manutenzione sarebbe più impegnativa, ma perché aspettare che questo gioiello vada in rovina? Poi, però, bisogna predisporre un meccanismo di gestione. «All'epoca - commenta Fortunato Guarnieri, che aveva fatto partire il progetto - si pensava a un'assegnazione, tramite gara, a qualche cooperativa giovanile. Era anche un modo per creare lavoro. Il restauro è finito quando io non ero più sindaco, ma chi è arrivato poi è stato incapace di gestire il complesso e ha pensato solo a disfarsene». (d.deg.)
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