Corruzione in Comune: geometra condannato a 34 mesi

VENEZIA. Una condanna e un’assoluzione. Così, nel pomeriggio di ieri, si è concluso il secondo dei tre processi in aula scaturiti dalle indagini sul conto di Antonio Bertoncello, il geometra del Lido che è accusato di aver corrotto una decina di dipendenti comunali, tecnici dell’Edilizia e vigili urbani. Il Tribunale di Venezia presieduto dal giudice Stefano Manduzio ha condannato il geometra Angelo Massimo Giangreco a due anni e dieci mesi di reclusione, inoltre dovrà risarcire il Comune, che si era costituito parte civile, con 30 mila euro per i danni causati alla sua immagine. E’ invece stato assolto perché il fatto non sussiste l’altro geometra, Lucio Todesco: entrambi erano accusati di corruzione. Evidentemente, per i giudici che hanno emesso la sentenza, durante il lungo dibattimento, prove e indizi nei confronti del primo sono emersi, mentre non sono stati insufficienti nei confronti del secondo. Da ricordare che il loro accusatore principale, Bertoncello, in aula si è avvalso della facoltà di non rispondere, una possibilità che gli concede il codice. Documenti e testimonianze portate al processo hanno permesso, anche senza la conferma delle dichiarazioni del corruttore, di provare la responsabilità di Giangreco, mentre così non è stato per Todesco, seppure Bertoncello, già condannato a quattro anni e quattro mesi, avesse sostenuto di aver pagato pure lui negli interrogatori ai quali era stato sottoposto durante le indagini preliminari.
Il 18 aprile scorso, il pubblico ministero Paola Tonini aveva inizialmente spiegato che Bertoncello aveva messo in piedi un rilevante giro d'affari attorno al suo studio professionale anche grazie al fatto che era indicato come consulente dell’Associazione veneziana degli albergatori. Aveva organizzato una vera rete di corruzione, coinvolgendo numerosi uffici comunali e non: la Direzione ambiente, lo Suap, la Polizia municipale a Ca' Farsetti, l'Agenzia delle entrate e la Commissione di Salvaguardia. «Tre sono gli elementi di prova», aveva ricordato il pm, «i documenti sequestrati nello studio e in casa a Bertoncello, le dichiarazioni dei coimputati Rudi Zanella, Angelo Dall'Acqua, Tullio Cambruzzi e Riccardo Debelli, le intercettazioni telefoniche». Il geometra del Lido aveva dedicato una scheda per ogni cliente e per ogni pubblico ufficiale in contatto con lui. «100 euro R x T» c'era scritto in molte e significa mille euro, regalo per il tecnico. Per quanto riguarda i due imputati, ad esempio, nelle loro schede si trova «1000 euro R x Lucio» e «5000 ricevuti da Dario Campa, 1000 R x Giang.». Secondo il pm Tonini, in cambio dei soldi Giangreco doveva interessarsi delle pratiche di Bertoncello, informarlo di come procedevano, dare la sua consulenza se qualcosa non andava, compiere velocemente ricerche d'archivio se necessarie, istruirle prima di quelle degli altri professionisti. In un caso, aveva approvato una pratica che conteneva piante catastali falsificate e, per giustificarsi, durante l'interrogatorio in aula, aveva spiegato che qualche sospetto lo aveva avuto, tanto da affermare che avrebbe fatto pelo e contropelo a Bertoncello. «Ma non ho capito», ha sottolineato il magistrato,«quale sia stato, visto che non c'è stata alcuna rottura tra loro, Giangreco e Bertoncello hanno continuato a vedersi tutte le mattine, tra le 7 e le 8 si incontravano per fare colazione prima di andare nei rispettivi uffici».
Gli avvocati Fabio Niero e Alvise Muffato, nella scorsa udienza si erano battuti per l’assoluzione di Todesco, al quale erano contestate sette pratiche edilizie seguite per conto di Bertoncello: in cambio del suo interessamento, stando alle accuse, avrebbe intascato dai 100 ai 200 euro l'una. I suoi difensori hanno sostenuto che a differenza di altri indagati, per il loro cliente non è stata trovata la corrispondenza tra gli appunti di Bertoncello, schede e agende sequestrate dalla Guardia di Finanza in casa sua, e le pratiche edilizie che avrebbe seguito. I due legali hanno dimostrato che tre delle pratiche a lui contestate erano in realtà state seguite da altri tecnici comunali e non da lui, che altre due non erano mai state rintracciate e che l'unica ad aver seguito era stata quella per conto della Procura della Repubblica, che aveva aperto un'indagine su un piccolo crollo in Frezzeria.
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