Corruzione, decisione mercoledì

I tre negano di aver preso soldi, il pm ha chiesto la loro sospensione
Cricca in Comune, nuovi interrogatori ieri in Tribunale
Cricca in Comune, nuovi interrogatori ieri in Tribunale
 Mezz'ora ciascuno. Tanto sono durati gli interrogatori, ieri mattina, dei due impiegato del Catasto e del geometra del Comune per i quali il giudice veneziano Giuliana Galasso deve decidere se accolgire la richiesta del pubblico ministero Paola Tonini di interdizione dai pubblici uffici per il reato di corruzione. Il magistrato, dopo averli sentiti, si è riservato ed entro mercoledì 20 prenderà una decisione.  Tra l'altro, nell'ordinanza che riguarda Mario Pittoni, Nicola Portale e Claudio Perissinotto, spiegherà anche se accoglierà o meno le richieste della rappresentante dell'accusa per quanto riguarda gli imprenditori veneziani Emiliano Errico, della «Errico Costruzioni srl», e Giuliano Baldo Chiaron, della «Dandolo srl», per i quali erano stati chiesti gli arresti domiciliari per il primo e la sospensione dalla possibilità di dirigere l'impresa per il secondo.  Ieri, il primo ad essere sentito è stato Perissinotto, che deve difendersi dall'accusa di aver ricevuto dai 100 ai 200 euro da Antonio Bertoncello per definire quattro pratiche («Geox-Contract», «Ai Fioi», «Ardit Mauro» e «Pinko»). Difeso dall'avvocato Fabio Niero, il geometra dello Sportello unico attività produttive di Ca' Farsetti ha spiegato che conosceva il geoemtra del Lido, ma ha negato di aver mai ricevuto danaro da lui e che, probabilmente, per quelle quattro pratiche, una all'anno, è stato invitato a cena, ribadendo di non aver intascato «bustarelle».  Quindi, è stata la volta degli impiegati del Catasto. Pitteri, difeso dall'avvocato Simone Zancani, ha ammesso di aver conosciuto Bertoncello, seppur superficialmente, ma di non aver mai accettato soldi da lui. Il suo legale, tra l'altro, ha fatto presente che la contestazione che riguarda il cliente risale al 2004 e dunque sarebbe già prescritta, infine ha fatto rilevare che sull'episodio Bertoncello avrebbe raccontato tre diverse versioni. In un primo momento, avrebbe sostenuto che avrebbe passato una ventina di euro per fare in modo di ottenere velocemente ciò che chiedeva, poi ha accusato Pitteri di aver falsificato lui con lametta e china le planimetrie originali, naturalmente su sua indicazione, infine che gli sarebbe stata consegnata la mappa che lui stesso avrebbe modificato. Portale, difeso dagli avvocati Luigi Fadalti e Franca Tonello, ha negato di aver mai avuto rapporti con Bertoncello e ha spiegato di averlo visto una decina di volte nei 20 anni in cui lavora al Catasto. Stando alle accuse, avrebbe ricevuto venti euro in due occasioni diverse dal geometra.  Errico Emiliano e Baldo Chiaron sono, invece, due dei clienti di Bertoncello nei confronti dei quali gli investigatori della Guardia di finanza avrebbero trovato le prove che erano a conoscenza che i 650 euro il primo e i mille euro il secondo che avevano passato al geometra non erano altro che mazzette da consegnare ad Angelo Massimo Giangreco.

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