Controlli sugli impianti di amplificazione I ricorsi saranno discussi il 19 settembre

Il Tribunale del riesame di Venezia prenderà in esame solo il 19 settembre i ricorsi presentati dagli avvocati Alessandro Rampinelli e Alberto Teso (in foto) per tre dei titolari dei locali notturni...
MORSEGO FGAVAGNIN SAN DONA DI PIAVE nuovo palazzo di giustizia - interviste AVVOCATO ALBERTO TESO
MORSEGO FGAVAGNIN SAN DONA DI PIAVE nuovo palazzo di giustizia - interviste AVVOCATO ALBERTO TESO

Il Tribunale del riesame di Venezia prenderà in

esame solo il 19 settembre i ricorsi presentati dagli avvocati Alessandro Rampinelli e Alberto Teso (in foto) per tre dei titolari dei locali notturni e dall’avvocato Gianni Seno per il quarto (i quattro indagati sono Filippo Priviero, Eros Tonon, Roberto Erpini e Raimondo Maddonni ). Fino al 15 settembre, infatti, sono sospesi i termini per quanto riguarda le misure reali come queste. Quindici giorni fa il giudice delle indagini preliminari di Venezia Massimo Vicinanza, su richiesta del pm Angela Masiello e in base alle indagini dei carabinieri della polizia giudiziaria della Procura, ha imposto la chiusura alle due di notte della Capannina Beach, del Gasoline, del Primafila e del Le Vipe e ha sequestrato gli impianti di amplificazione della musica. Si tratta di locali di Piazza Mazzini, il cui degrado notturno era stato denunciato da tempo soprattutto dagli albergatori della zona . Centinaia di giovani hanno protestato contro la chiusura e nei giorni scorsi la madre di un ragazzo autistico si è lamentata perchè, stando a lei, il figlio riusciva ad essere sereno soltanto in uno di quei quattro locali. «Stigmatizzo questa strumentalizzazione», dichiara l’avvocato Luigi Ravagnan, legale degli albergatori che hanno presentato l’esposto, «adesso si scopre che la musica ad altissimo volume ha addirittura una funzione terapeutica. Volevo comunque precisare che nessuno vuole che i locali chiudano, semmai che rispettino le regole, come accade ai numerosi locali anche nei pressi di piazza Mazzini, che fanno musica fino alla cinque del mattino senza disturbare nessuno».

In attesa delle decisioni del Tribunale del riesame, l’avvocato Rampinelli per conto della Capannina Beach, del Primafila e del Gasoline ha presentato alla Procura della Repubblica una richiesta di dissequestro degli impianti. «Preso atto che i controlli hanno evidenziato lo sforamento del limite differenziale del volume della musica», spiega il legale veneziano, «e che è stato imposto l’obbligo di vigilare che i clienti non stazionino davanti i locali dopo la chiusura, i tre titolari hanno tarato con limitatori automatici il volume della musica, riportandolo ben sotto il limite differenziale, e hanno stipulato appositi contratti con gli istituti di vigilanza privati che dal 13 agosto scorso provvedono allo sfollamento dopo la chiusura». Visto il giorno in cui il Tribunale del riesame ha fissato la discussione del ricorso (dopo la metà di settembre il flusso turistico a Jesolo, come in tutte le località balneari, cala enormemente) i titolari dei quattro locali stanno cercando di correre ai ripari e di andare incontro alle richieste avanzate nel provvedimento del magistrato, che riguardano il volume della musica e la presenza fino all’alba davanti ai locali di centinaia di giovani che parlano, cantano, fanno chiasso e altro. «I titolari dei locali», conclude l’avvocato Rampinelli, «sono in attesa della decisione dell’autorità giudiziaria da dieci giorni».

Tocca al pubblico ministero prendere in esame le richieste e quello titolare dell’inchiesta è in ferie, chi lo sostituisce, comunque, ha incaricato gli stessi carabinieri che hanno compiuto gli accertamenti in precedenza di controllare se corrispondono al vero le dichiarazioni dei titolari dei locali, insomma se davvero la musica ora viene sentita a livelli sopportabili e soprattutto se le guardie giurate si sono messe al lavoro per sgombrare la piazza non appena, alle due, le serrande vengono abbassate.

Se i controlli dei militari dell’Arma appurassero che la situazione è davvero cambiata probabilmente potrebbe essere la stessa Procura a dare il via libera perché gli amplificatori tornino dov’erano, facendo dunque perdere d’interesse quello che potrebbe decidere il Tribunale il prossimo 19 settembre. (GIorgio Cecchetti)

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