Consorzio, i “premi” sotto accusa: Miani convoca i sindacati

Un incontro urgente per discutere del personale. E dei “premi” distribuiti a novembre a dirigenti e quadri del Consorzio Venezia Nuova. Lo ha convocato il commissario liquidatore Massimo Miani, dopo le proteste dei sindacati. Il Consorzio versa in cattive acqua. Duecento milioni di debiti, liquidità zero. Stipendi a rischio per i 250 dipendenti, tra Cvn, e le ziende Thetis e Comar.
I soldi non arrivano, a cominciare dal mezzo miliardo di minori interessi della Bei. Promessi dal governo e dalla commissaria Spitz, ma per ora inesistenti. Il liquidatore ha il compito appunto dl mettere in liquidazione il Consorzio, dopo 36 anni di monopolio. E di gestire il trasferimento del personale. Per ora ha annullato le consulenze. Anche quelle ritenute “necessarie” dai suoi predecessori, gli amministratori straordinari nominati dall’ Anac e dal ministero degli Interni. Ma i soldi non ci sono. In questo quadro si viene a sapere che i dirigenti e molti dei “quadri”, una trentina di persone, hanno potuto beneficiare del premio 2020. «Non un premio vero e proprio», ci ha tenuto a precisare la direttrice amministrativa Elena Doni, «ma una parte variabile dello stipendio».Migliaia di euro distribuiti, ma solo per 10 dodicesimi. «Per senso di responsabilità», hanno detto i dirigenti. Perché a novembre cambiava l’amministrazione, dicono altri.
Intanto per gli altri dipendenti il futuro è incerto. E gli stipendi a rischio. Fermi i lavori, il Consorzio non può più contare sul 12 per cento di aggio che gli garantiva (anche troppa) liquidità. Stipendi che in qualche caso sono circa il triplo dei loro omologhi nell’ufficio ministeriale del Provveditorato. —
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