Consorzio e Agenzia, 250 addetti in ballo E circolano le prime “liste” di chi si sposta

Che fine faranno i 250 dipendenti del Consorzio Venezia Nuova e delle sue controllate Comar e Thetis? Mentre si attende la nuova Agenzia che dovrebbe gestire la fase 2 del Mose e gli interventi di salvaguardia, si fanno le prime ipotesi sui nuovi assetti. In Provveditorato e al Consorzio circolano liste di nomi che potrebbero essere chiamati a far parte della nuova struttura operativa. «Serviranno per il Mose settanta, ottanta persone», ha detto la commissaria Sblocca cantieri Elisabetta Spitz durante l’audizione in Consiglio regionale. Chi saranno? L’ipotesi della lista viene smentita dal provveditore Cinzia Zincone: «Non esiste». Confermata invece dai sindacati: «Sappiamo che c’ è stata una richiesta in questo senso», dice Piergiorgio Galvani, della Rsu del Consorzio, «ma è stata bloccata sul nascere. Poteva ingenerare equivoci e attriti tra i lavoratori. Adesso chiederemo sia avviata una trattativa globale per decidere il future dei lavoratori». Preoccupati i sindacati anche per il numero delle persone che saranno accolte nella nuova Agenzia.. «Abbiamo sentito parare di 70 o 80 persone. E gli altri ?».
Passata l’epoca delle «assunzioni facili», quando il Consorzio di Mazzacurati dettava il bello e il cattivo tempo. Adesso bisogna stringere, e poi la concessione, comunque vada, è destinata a essere chiusa il 31 dicembre del 2021, data in cui il Mose dovrebbe essere finito e collaudato. Intanto molti dipendenti di Comar – la società di proprietà di Mantovani, Condotte e Fincosit nata per fare le gare e poi commissariata per gravi irregolarità contabili – soprattutto personale tecnico, lavorano per il Consorzio e garantiscono le prove delle paratoie . Altri 30 tecnici del Consorzio lavoranao nei laboratori del Magistrato alle Acque. Quaranta persone infine, risultano già distaccate negli uffici e nelle segreterie dell’ufficio lagunare delle Infrastrutture.
Un guazzabuglio che adesso dovrà essere messo in ordino. «Certo non si potranno accettare liste di proscrizione», commenta l’amministratore straordinario del Consorzio e Avvocato dello Stato Giuseppe Fiengo, nominato da Anac e prefettura di Roma all’indomani dello scandalo Mose, «si dovranno fare selezioni per titoli e concorsi. Non è che chi primo arriva viene scelto. Il nostro obiettivo è comunque quello di garantite il lavoro a tutti».
Polemiche che continuano. In queste ore è arrivata in Provveditorato, a palazzo dieci Savi, la richiesta del Senato di fornire una risposta all’interrogazione depositata la settimana scorsa da un gruppo di parlamentari Cinquestelle, tra cui la veneziana Orietta Vanin. Nel testo si sollevano pesanti interrogativi sulla nuova convenzione, denunciando il tentativo di mettere in atto una sanatoria dei debiti delle grandi imprese e dei danni provocati per lavori malfatti del Mose. Si chiedono garanzie sui lavori in laguna e chiarimenti sulle ultime nomine decise, a cominciare da quello del provveditore Cinzia Zincone. Clima teso, mentre si aspetta adesso il prossimo test di fine maggio, che dovrebbe vedere sollevate insieme le barriere di Malamocco e Chioggia. Per coordinare le squadre, in attesa del completamento degli impianti definitivi e della Control room all’Arsenale, saranno chiamati i militari dell’Esercito con un ponte radio. Resta sullo sfondo l’incertezza sui soldi e i pagamenti. Le imprese minori rimaste nel Consorzio dopo la fuoriuscita delle grandi hanno nuovamente avvertito il ministero e i commissari. «Se non ci pagano e non ci sono garanzie, i cantieri si fermano a metà maggio». Al 30 giugno, data annunciata per il completamento delle barriere, manca poco più di un mese. —
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