Confindustria si allea con Carive
MESTRE. Per molti imprenditori è un incubo. Si chiama rating ed è a tutti gli effetti la valutazione della solidità di una azienda. Chi la fa? La banca, quando deve decidere se concedere un finanziamento.
Bene, da ieri, grazie all’accordo firmato da Matteo Zoppas, presidente di Confindustria Venezia, e Francesco Guido, direttore generale della Ca.Ri.Ve., l’accesso al credito per le imprese iscritte all’associazione degli industriali veneziani sarà meno rigido. Banca e Confindustria hanno formato un gruppo di lavoro e varato un nuovo strumento di diagnosi, già testato su una quindicina di aziende veneziane.
In pratica, con la firma di ieri, viene alleggerito il sistema di valutazione imposto dagli accordi di Basilea 2, con parametri ben definiti e valorizzando, nella valutazione del bilancio, un insieme di asset materiali (avviamento, governance, risorse umane, brevetti) e immateriali (immobili strumentali, attrezzature e macchinari in leasing) che di solito non vengono adeguatamente aggiornati. Per agevolare le aziende, la Cassa di Risparmio di Venezia riserva sempre alle imprese associate a Confindustria, perizie di stima a prezzi agevolati sui costi catastali. Gli industriali si impegnano altresì a promuovere l’iniziativa fra gli associati e la banca si impegna a valutare le posizioni tramite il nuovo strumento di diagnosi, rivedendo i rating, applicando condizioni di credito corrispondenti e dando esito all’istruttoria in tempi brevi. Confindustria infine organizzerà iniziative di carattere formativo/informatico mentre la Cassa di Risparmio fornirà consulenze per migliorare i rating. Il progetto è pilota e durerà un anno.
«Oggi come oggi», commenta Zoppas, «il rating viene preso come un algoritmo nudo e crudo. Valorizzando gli asset nei bilanci, che di norma non vengono costantemente aggiornati, possiamo migliorare le valutazioni facilitando conseguentemente l’accesso al credito». Francesco Guido conviene che «la valutazione deve avere margini di flessibilità». E in tale contesto snocciola alcuni dati dell’istituto di credito che testimoniano la difficoltà delle imprese: «Nel 2013 i finanziamenti per nuovi investimenti hanno raggiunto la cifra non ragguardevole di 160milioni di euro. Le sofferenze, ovvero i prestiti che la banca fatica a farsi rimborsare, sono attualmente quasi il 13% del totale».
Gianluca Codognato
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