Confapi: «Ripresa solo a metà del 2015»

Dall’inizio della crisi sono un migliaio le aziende del Veneto Orientale che hanno chiuso, di queste quasi settecento sono imprese artigiane. Nell’ultimo anno nel Sandonatese ci sono 319 aziende in meno (si è passati da 3.728 a 3.409), mentre nel Portogruarese si sono perse 353 imprese artigiane: il numero di quelle attive è sceso da 2.973 a 2.623. E almeno per il primo semestre 2015 la ripresa non si vedrà.
È un territorio che non riesce a uscire dalla crisi quello che emerge da un’indagine presentata da Confapi, l’Associazione delle piccole e medie industrie. Il settore che più sta soffrendo è il manifatturiero, con una situazione drammatica per il comparto metalmeccanico. Nel primo semestre del 2014 il numero delle aziende manifatturiere è calato nel Sandonatese del 3,2% rispetto al primo semestre del 2013. I settori più in rosso sono l’industria delle bevande (-50%), la gomma-plastica (-12,5%) e il metalmeccanico (-18%). Quest’ultimo comparto precipita anche nel Portogruarese con un -28,6%. Ma in questa zona va male pure per chi opera nelle pelli (-25%) o nell’elettronica (-36,4%). L’altro settore in profonda crisi è l’edilizia. Nel Sandonatese il terzo trimestre 2014 rispetto al precedente si chiude in rosso: cresce del 2% il ricorso alla cassa integrazione, con un livello di occupati in calo del 2-3%. Il credito da parte delle banche verso le aziende si è ulteriormente ristretto del 4,5%.
Nel complesso, la disoccupazione nel territorio, un tempo oasi felice, è oggi oltre l’8%, in linea con la media nazionale. A tenere sono l’alimentare e il turismo dove però, nonostante l’andamento positivo negli arrivi, il tasso di occupazione stagionale ha registrato una sensibile diminuzione.
I dati sono stati illustrati dal direttore regionale di Confapi, Pier Orlando Roccato, e dall’ex presidente della commissione lavoro della Provincia, Roberto Dal Cin. Quest’ultimo si è soffermato sul duplice problema della restrizione del credito e delle delocalizzazioni, per cui ci si sta battendo a Roma e a Bruxelles per ottenere una normativa contro questo fenomeno. Roccato, invece, ha analizzato le prospettive future: per i primi mesi del 2015 si parla già di un’altra ventina di vertenze aziendali che rischiano di aprirsi. «Nel primo semestre del nuovo anno non avremo segnali di ripresa», ha spiegato Roccato, secondo cui qualche segno positivo si vedrà nel secondo semestre per quelle aziende che strizzano l’occhio ai mercati esteri. Oggi la parola d’ordine per le imprese potrebbe essere aggregazione per proiettarsi nell’internazionalizzazione.
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