«Con l’inaugurazione si è chiusa una fase La regia sull’M9 spetta alla Fondazione»

Il presidente Brunello dopo l’addio di Zingarelli. «Alla guida di Polymnia serve un manager esperto di aree commerciali»
Fotoagenzia Candussi / Ferrazza / Museo M9 , Mestre / Concerto Magical suòòa terrazza Mdel Museo M9
Fotoagenzia Candussi / Ferrazza / Museo M9 , Mestre / Concerto Magical suòòa terrazza Mdel Museo M9



«Non c’è frattura nel progetto. Ma con l’inaugurazione del museo M9 si è chiusa una fase. E ora se ne apre un’altra. La nascita di due soggetti per la gestione del distretto del Museo è di natura funzionale, ma la regia resta unica. Ed è della Fondazione di Venezia. M9 rischia di schiantarsi? Neanche un po’. Non è che quando cambia il Papa crolla il Vaticano. Non a caso si dice: morto un Papa se ne fa un altro. Detto questo rinnovo a Zingarelli l’invito a rimanere come consulente dentro M9. Le sue qualità e competenze in ambito tecnico e digitale sono fondamentali per il Museo». Così Giampietro Brunello, il presidente di Fondazione di Venezia dopo le dimissioni di Valerio Zingarelli da amministratore delegato di Poymnia, la società che ha fin qui gestito e portato a conclusione la realizzazione di M9. Brunello interviene dopo che Zingarelli in un intervista, rimarcando la sua contrarietà alla nascita di due soggetti distinti, ha parlato del distretto M9 come di «una Ferrari che è rimasta senza due ruote».

«Resta una Ferrari con tutte le ruote», dice Brunello.

Presidente Brunello, la scelta di costruire due soggetti, FM9 per la gestione di museo e M9 District per gli spazi commerciali non rischia di raddoppiare i centri decisionali, rallentare le scelte, creare incomprensioni?

«E perché mai? Sono come due uffici di uno stesso ente che è la Fondazione di Venezia, la quale ha una direzione e un comitato di coordinamento, quindi la visione resta unitaria. L’importante è mettere le persone migliori nei posti migliori. Per ciò che riguarda i contenuti e per ciò che riguarda la realizzazione del progetto».

Una frammentazione non condivisa da Zingarelli, causa delle sue dimissioni.

«Zingarelli è stato fenomenale per portare a termine il progetto, ma i contenuti non li ha progettati lui. Ci sono un coordinamento scientifico, c’è un direttore del museo. Spettano a loro le scelte sui contenuti».

Lei dice che non è stato un addio polemico. Però è difficile non leggerlo con questa chiave. Tra lei e Zingarelli c’è una sostanziale diversità di vedute sulla gestione del museo.

«Ho fatto i capelli bianchi lavorando. Credo che sia nella natura delle cose avere punti di vista diversi. Per il resto nessuna polemica con Zingarelli».

Un manager descritto come instancabile e capace, decisionista e accentratore da chi gli è stato vicino in questi mesi.

«Per la fase d’apertura di M9 è stato impareggiabile. Se non fosse stato accentratore non saremmo mai riusciti ad inaugurare in tempo il museo».

Una qualità che ora è diventata un difetto?

«E’ stata una qualità per l’apertura del museo. Ora si apre una nuova fase, in continuità».

Parlando dell’area commerciale: il chiostro fa fatica a decollare. Molti spazi sono vuoti. Che cosa ne sarà?

«Zingarelli ha realizzato un progetto che prevede alcuni spazi commerciali e altri per il coworking. Andremo avanti con il progetto e vedremo se funziona. E’ presto per valutare. Faremo le nostre analisi».

Non è tardi per la fase dell’analisi? Non dovevate farla prima?

«Scusi ma lei quando cammina non sa se e quando inciamperà. Se inciamperemo, cambieremo strada».

Ma il chiostro vuoto sembra già un primo inciampo, sembra mancare un disegno.

«Nei prossimi mesi tutte le superfici saranno occupate. Restano da assegnare solo 90 metri quadrati, per i quali ci sono già almeno 4 o 5 richieste. Chi arriverà lo diremo quando le attività apriranno».

Qual è il profilo del manager che dovrà sostituire Zingarelle alla guida di Polymnia?

«Un managaer esperto di centri commerciali urbani, nel creare eventi, nelle relazioni con i tour operator, perché solo con i gruppi il museo può raggiungere i numeri di cui ha bisogno per sostenersi». —



Riproduzione riservata © La Nuova Venezia