L’appello dei commercianti a Mestre: «Tolleranza zero verso chi delinque o il centro città si svuoterà»

Dopo il Far West di venerdì sera in via Poerio, associazioni e categorie chiedono il pugno duro: «Non sono più eventi sporadici». Si muove la politica

Marta Artico
I soccorsi dopo una rissa in via Piave a Mestre
I soccorsi dopo una rissa in via Piave a Mestre

«Se fino a qualche anno fa al primo posto tra i pensieri dei commercianti mestrini c’era la pressione fiscale, la burocrazia e le difficoltà legate al covid, oggi purtroppo al primo posto troviamo la sicurezza». Alvise Canniello, direttore di Confesercenti Venezia, interviene sulla guerriglia urbana scatenata da una rapina ai danni di alcuni rider bengalesi e pakistani, che venerdì sera ha innescato il Far West nel cuore del centro città.

Rapina, pugni, bottigliate: venti minuti di Far West nella Mestre dello struscio
Rissa in pieno centro a Mestre

«Che siano eventi come quelli verificatisi in via Poerio o altri fatti di cronaca che hanno colpito la città, è innegabile che oggi il commerciante mestrino si senta insicuro nell’abbassare la saracinesca la sera tanto quanto gli stessi clienti non si sentano sicuri nel passeggiare per la città». Prosegue: «Non assistiamo più ad eventi isolati sparsi o circoscritti ad aree periferiche ma a episodi temporalmente più ravvicinati e che interessano anche il centro città. Fenomeni che si verificano tanto nella città storica di Venezia quanto a ridosso di Piazza Ferretto».

Chiude: «Non siamo noi a doverci occupare di sicurezza e siamo sicuri che le forze dell’ordine facciano tutto il possibile. Episodi come quelli che hanno riguardato il rider pakistano sono difficili da prevenire però non possono passare per situazioni che possono succedere e quindi cadere nell’indifferenza».

«Per queste persone serve l’espulsione, il problema è che non li vogliono nemmeno i loro Paesi di origine». Fabrizio Coniglio, presidente di Mestre Off Limits, non ha dubbi: «I facinorosi devono sparire, ma serve una riforma della legge Cartabia: non capiamo perché sia stata votata una legge che serve più ai delinquenti che non a difendere il cittadino. Se leghi le mani ai poliziotti, è chiaro che le cose peggioreranno. Daspo, espulsioni, allontanamenti, le forze dell’ordine ce la mettono tutta, ma l’origine del problema è normativo, e se non viene risolto, può solo peggiorare».

Massimo Zanon, presidente di Confcommercio Unione Metropolitana, chiede uno sforzo congiunto: «Non c’è nessun porto franco, questi episodi sono ripetuti ed è necessaria sicuramente una decisa azione congiunta tra le varie forze per essere più presenti e dare giuste punizioni a che delinque senza cuscinetti sulla quantità».

Non si sono fatte attendere reazioni politiche. «I fatti avvenuti in centro non possono essere banalizzati» interviene la consigliera comunale di Forza Italia Deborah Onisto «Siamo di fronte a scontri tra gruppi, che si ripetono con preoccupante frequenza. Un pezzo alla volta, i nostri cittadini iniziano ad autolimitarsi nel frequentare certe zone, per paura, stanchezza, sfiducia. Così facendo, cedono il passo: perdita di identità dei quartieri, abbandono degli spazi pubblici, desertificazione sociale. Le soluzioni non sono semplici, i vuoti vengono occupati e non sempre da realtà positive». Chiude: «La sicurezza non si impone solo con i controlli, ma nasce dalla partecipazione. Tolleranza zero per la violenza, per evitare che Mestre diventi una città divisa, frammentata, e rinunciataria».

Il consigliere Pd Gianluca Trabucco rincara la dose: «Quanto accaduto è inaccettabile e lo è ancora di più perché accaduto in pieno centro. Tutto questo va condannato: prima di tutto sta a cuore la sicurezza dei cittadini, delle persone che lavorano e delle famiglie che vivono Mestre. Servono risposte immediate e uno sforzo coerente e coordinato tra istituzioni, in primis il Comune, e forze dell’ordine: più presenza di polizia dove serve, più strumenti per il pronto intervento, controlli più efficaci e la garanzia che chi commette reati venga perseguito». E ancora: «Parallelamente andrebbe investito nella prevenzione sociale, punto sul quale la giunta Brugnaro è carente: centri giovanili, politiche per l’inclusione, percorsi educativi che impediscano il radicamento di microcriminalità e gruppi violenti. Verrebbe da chiedersi se c'è mai stato in questi 10 anni un assessore alle politiche giovanili. Inoltre, La lotta alla marginalità e alla povertà è parte integrante della strategia di sicurezza. Infine, la comunità e gli esercenti non devono essere lasciati soli: va promosso un tavolo di coordinamento con associazioni, imprese e cittadini per realizzare progetti di prevenzione».

«Siamo quasi a un anno dal sacrificio di Jack Gobbato e la situazione è sempre peggio» commenta la consigliera Pd Monica Sambo «Mestre non regge più il peso della delinquenza che dilaga sotto gli occhi di un’amministrazione assente. Le politiche di integrazione non vengono costruite e le comunità straniere sono considerate come ospiti indesiderati».

«Quanto successo» dice secco il consigliere dei Verdi Gianfranco Bettin «È la conferma del fallimento delle politiche imperanti in Italia e a Venezia, le politiche della destra, securitarie a vanvera e in modo paranoico, incapaci di integrarsi con quelle educative e sociali, decisive con i giovani quanto il giusto e necessario rigore. Falliscono, e peggiorano la città».

Riccardo Brunello, consigliere della Lega di Mestre, chiede pugno duro: «La situazione è preoccupante: sono necessari ulteriori interventi di sicurezza urbana. Non sono più episodi isolati ma raid di persone impunite e che non hanno paura di nulla. Chiediamo pene certe per questi personaggi, che mettono a repentaglio la sicurezza dei cittadini.

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