«Code in auto insostenibili per Sottomarina: così i clienti storici fuggono»

Il presidente degli albergatori Boscolo Cegion preoccupato per il calo di visitatori: «Referendum per capire se Chioggia si sente più vicina a Venezia o Padova»
Spiagge Sottomarina.Mestre, 14/06/2020.Foto A. Gilardi/Ag. Lorenzo Pòrcile
Spiagge Sottomarina.Mestre, 14/06/2020.Foto A. Gilardi/Ag. Lorenzo Pòrcile

SOTTOMARINA. Code insostenibili, collegamenti insufficienti e un rapporto difficile con Venezia. Il presidente degli albergatori, Giuliano Boscolo Cegion, reclama un tavolo di concertazione per superare l’isolamento cronico della città e un’alleanza con Padova ipotizzando anche un referendum per capire quale sia il centro provinciale con cui Chioggia senta maggiori affinità, quanto meno dal punto di vista turistico e economico.

I collegamenti sono un punto dolente da decenni, come vede la situazione?

«La difficoltà a entrare e uscire da Sottomarina è storia vecchia, ma oserei dire che le cose sono pure peggiorate. È un problema così cronico che ormai gli ospiti nemmeno tentano di venire e ce lo dicono a chiare lettere. Molti clienti storici e affezionati alla nostra località ci hanno detto esplicitamente che non vengono più perché le code sono diventate insopportabili. Preferiscono andare verso Jesolo o Cavallino perché utilizzano l’autostrada fino all’aeroporto e poi fanno un piccolo pezzo per arrivare alle località. Fa male al cuore sapere che i turisti vorrebbero venire da noi perché amano la città, ma rinunciano per la mancanza di collegamenti decenti».

Le colpe di chi sono?

«È chiaro che sono mancate azioni forti da parte della politica, di tutti i livelli, per darci infrastrutture degne del terzo millennio. Siamo fermi alle strade degli anni Sessanta. I padovani ci scelgono sempre, ma se andiamo un passo più in là, Vicenza e Verona, già perdiamo appeal per l’angoscia delle code. Eppure la laguna sud, assieme al Delta del Po, potrebbe costituire, e lo ripetiamo da anni, una macro area turistica dalle potenzialità enormi. Ci manca però una cabina di regia forte».

Qualche idea?

«Certo le idee ci sono e le sentiamo ripetere a ogni convegno, soprattutto in campagna elettorale, ma poi si fermano lì. Serve un collegamento ferroviario con Padova e Venezia, il raddoppio dell’Arzerone, il prolungamento della Monselice Mare fino almeno all’altezza di Isola Verde e, per restare a livello locale, la famosa Strada degli orti che dia un’alternativa a viale Mediterraneo. Possibile che si parli di queste cose da 40 anni e nulla sia cambiato? È tempo di sedersi attorno a un tavolo, ma con gli interlocutori giusti. Se Venezia non ci considera, guardiamo da qualche altra parte».

Cosa intende?

«I padovani sono innamorati di Chioggia. Sono il nostro bacino di riferimento. Bene allora lavoriamo con i politici di Padova per creare collegamenti nuovi, un’alleanza operativa. Ci chiediamo la politica cosa intenda fare. Dai candidati alle regionali, di ogni schieramento, vogliamo sentire cosa pensino di questo e cosa vogliano fare. Delle parole siamo stanchi. Se non si fidano delle nostre sensazioni, che si faccia un referendum cittadino per capire se la città si senta più vicina a Padova o Venezia e verso quale metropoli voglia svilupparsi. Senza nulla togliere al rapporto storico con Venezia, dobbiamo capire le affinità economiche e turistiche dove ci portano». —


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