Club privati trasformati in bordelli condannati i fratelli Vendramello

san donà

Avevano trasformato i loro club - l’Arabesque di San Donà e il Game Over, a Quarto d’Altino - in due bordelli, mettendo su un’impresa che prevedeva anche “servizio” a domicilio del cliente, con tanto di pagamento con il Pos alla ragazza di turno.

Ieri, il giudice per le udienze preliminari Andrea Battistuzzi, ha condannato con rito abbreviato i gestori delle due attività: 3 anni e 2 mila euro di multa, nonché interdizione dai pubblici uffici per cinque anni, per lo jesolano Matteo Vendramello, considerato a capo dell’impresa del sesso (difeso dall’avvocato Marigonda). Due anni e 5 mesi di reclusione e 3 mila euro di multa per il fratello Federico Vendramello (avvocato Speranzoni); 2 anni e 8 mesi di reclusione e 3600 euro di multa per il co-gestore del locale, Lorenzo Borga (con l’avvocato Zornetta). Ha invece patteggiato 2 anni e 2 mila euro di multa (pena sospesa) la compagna di Vendramello, Mihaela Melania Horijca (avvocato Pietramala). Si è chiusa così un’inchiesta della Squadra Mobile durata oltre un anno, coordinata dalla pm Federica Baccaglini e che si è conclusa con gli arresti effettua a gennaio. L’organizzazione contattava le ragazze nell’Europa dell’Est e, pur sfruttandone la prostituzione, divideva con loro i proventi. Tra i clienti, il fedelissimo capace di spendere fino a 20 mila euro in una notte tra donne e champagne; il settantenne che chiedeva «la badante» e quello che prenotava «l’infermiera, per un ferito da curare». E, ancora, lo zio che regalava una notte all’Arabesque al nipotino neo 18enne. Ma anche imprenditori e albergatori del litorale. —



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