Clochard rumeno taglieggia senzatetto inferma di mente

JESOLO. Abusava dello stato di infermità psichica di una senzatetto di origine palestinese e le rubava cibo e denaro. Un clochard rumeno aveva preso a taglieggiare la donna, molto nota a Jesolo per la sua condizione, ed è stato denunciato dalla polizia locale. Gli agenti lo hanno fermato e denunciato mentre si trovava in giro con il suo cane. Da tempo approfittava dello stato della donna che gode dello status di rifugiata, anche lei senza fissa dimora.
Ogni giorno si faceva dare cibo e denaro che racimolava elemosinando tra i negozi e passanti. A chiamare gli agenti sono stati dei residenti nella zona di via Dante, all’altezza dell’hotel Cavour, oggi in disuso. Hanno raccontato impietositi che il clochard rumeno, 43 anni, ogni giorno, e soprattutto nel mese di agosto, chiedeva lui stesso l’elemosina per le strade del Lido, ma non si accontentava e tra le 21 e le 22 arrivava davanti all’hotel dove, da tempo, dimora la homeless di origini palestinesi con gravi deficienze psichiche. La donna vive a Jesolo da parecchi anni, senza compiere accattonaggio. È ben voluta dalla gente che sovente andava spontaneamente a portarle delle piccole somme per aiutarla a sopravvivere. Il rumeno, sempre secondo le testimonianze, ogni sera andava da lei e pretendeva cibo e soldi. E per plagiarla alla sua volontà e ottenerne l’obbedienza usava un bastone, che colpiva per terra ripetutamente come un richiamo. Ne era scaturita una sorta di sudditanza psicologica. Così lei consegnava tutto, per paura di essere picchiata. Ma la gente osservava tutto. Gli agenti della polizia locale, tre sere fa si sono allora appostati per accertare tutto. Verso le 22 è giunto all’hotel Cavour il clochard rumeno, puntuale come sempre. Ha visto la donna che dormiva nel suo sacco a pelo e ha iniziato a fissarla. Lei si è accorta dell’uomo e si è alzata di scatto raggiungendolo. In mano aveva un sacchetto di nylon con del cibo e nell’altra mano delle monete. Quando il 43enne rumeno si è fatto consegnare il cibo e il denaro, gli agenti si sono avvicinati e si sono qualificati. Hanno così fermato quel terribile abuso, un reato penale perché il rumeno si procurava ingiusto profitto abusando dello stato di infermità psichica della donna. La pena è in questo caso la reclusione da due a sei anni, con la multa da 206 a 2065 euro. E oltre alla denuncia all’Autorità Giudiziaria, sarà adesso richiesta alla Questura l’emissione di un foglio di via obbligatorio dal territorio comunale.
Giovanni Cagnassi
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