Clochard occupa la terrazza della pasticceria Luciana
CAORLE. Dalla spiaggia di Caorle alla terrazza della pasticceria Luciana: interrogativi, perplessità e malumori continuano a fare da sfondo alla storia della settantenne clochard di origini sarde che da luglio tira a campare elemosinando caffè e sigarette. È indubbiamente una vicenda drammatica, articolata e per qualche verso assurda quella che questo singolare personaggio adottato dalla comunità di Caorle, ha alle sue spalle. Una storia che in molti conoscono, ma sulla quale lei vuole mantenere il riserbo. Una cosa però la vuole, ed è un tetto sotto cui ripararsi, almeno d’inverno.
Il suo è, come lei stessa lo ha definito, un «viaggio spirituale» e, nonostante la città e la gente non le piacciano, sarà solamente un “segno”, non meglio specificato, ad allontanarla. Ora, però, racconta un altro lato della sua vicenda fino ad ora sconosciuto. Dice di essere stata più volte derubata dei suoi averi, e per questo oggi vive per strada. Rifiuta l’aiuto della chiesa e della Caritas, ma vorrebbe un monolocale in cui poter stare, da sola, nei mesi più freddi, o anche solo un’automobile dismessa dove poter dormire. Ma questa storia ha anche un’altra faccia della stessa medaglia ed è quella di chi la sta ospitando a proprie spese: la pasticceria Luciana, storico locale del centro dove la clochard ha deciso di sistremarsi finché questa casa non arriverà o sarà lei a decidere di andarsene.
«La sua presenza sta diventando un problema» spiega Nicola, il titolare della pasticceria. «Abbiamo cercato di aiutarla dandole da mangiare o facendole usare i servizi, ma lei in molte occasioni si è rivelata ostile, pretenziosa e irriconoscente. Trascorre la maggior parte della sua giornata a sperperare denaro alle macchinette o standosene seduta sul dondolo a fumare. Le forze dell’ordine, per quanto presenti e disponibili, hanno le mani legate. È possibile che anche le istituzioni non possano fare qualcosa? La sua è indubbiamente una scelta di vita di cui, però, sto pagando io le conseguenze. I clienti faticano a venire, utilizzare i tavoli vicini al dondolo e soprattutto il bagno. Questa donna ha indubbiamente problemi di varia natura: qualcuno faccia qualcosa». Una vicenda intricata che stenta a trovare una soluzione, e che sta facendo discutere tutta Caorle. Probabilmente gli unici a poter intervenire sono gli assistenti sociali, con la collaborazione delle forze dell’ordine.
Gemma Canzoneri
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