«Città metropolitana, progetti per l’area vasta»

Lo sostiene il sottosegretario Baretta. Zanardo: «Sburocratizzazione e servizi uniformati»

L’obiettivo è quello di non creare un’opera di ingegneria istituzionale, dove la Città metropolitana sia la sommatoria di tanti Comuni in cui lievitano anche le burocrazie, ma creare un organo che abbia ben chiare le proprie competenze e riesca una volta per tutte a dare ai cittadini le risposte che si aspettano. “Costruiamo la nostra città, insieme!”, è il convegno che si è svolto ieri nel Campus Scientifico di Ca' Foscari in via Torino.

La Camera di Commercio di Venezia ha affidato all’Università Ca’ Foscari e a Ciset Ca’ Foscari due studi-chiave per disegnare il futuro prossimo di quella “Città Metropolitana” che continua a dilatarsi per occupare il rango di un’“Area metropolitana” a tutti gli effetti che abbraccia le tre province, Padova, Treviso e Venezia. Damaso Zanardo, presidente della commissione Città metropolitana della Camera di Commercio di Venezia, ha elencato alcuni fattori cardine: la sburocratizzazione al primo posto «che non può essere rimandata ancora», l’uniformazione dei servizi, la pianificazione del territorio e una buona attività di marketing.

Zanardo si è soffermato sulle opportunità di Venezia, che deve aprirsi al territorio, guardare alle periferie, mettere in atto strategie, sfruttare la propria ricchezza. «Noi cerchiamo di capire», ha spiegato il professor Stefano Soriani (Ca’ Foscari), «in che modo la Città metropolitana può promuovere lo sviluppo economico, se non abbiamo servizi qualificati non siamo metropolitani, il territorio veneziano è in affanno rispetto a Padova e Treviso. Una delle sfide metropolitane è la gestione del turismo che non si fa solo a Piazzale Roma. Abbiamo delle risorse (la rete idrografica minore, il waterfront, i forti) che vanno integrate in un unico sistema».

Mara Manente (direttore Ciset Ca’ Foscari) ha snocciolato alcuni dati che indicano l’importanza del turismo nell’Area metropolitana di Venezia intesa in senso ampio, con 40 milioni di presenze totali (di cui il 75 % la quota del turismo internazionale) dove transita il 10 % di tutto il turismo italiano, spendendo 3 miliardi di euro. Adriana Vigneri (giurista) si è domandata, tra le altre cose, quali funzioni rimangono in capo alla Provincia, che sta perdendo il suo personale del settore. «Quando parliamo di città metropolitana non possiamo non avere un orizzonte più ampio, di Area vasta», ha concluso il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta, il quale ha insistito sul ruolo di Mestre: «Non va sottovalutato perché è un nodo strategico di collegamento con l'asse di Padova e Treviso». «Parlando di città metropolitana dobbiamo avere chiari dei progetti per l'area vasta: il primo è il rilancio del settore dell'industria manifatturiera, il secondo è il binomio turismo e cultura intesi come tutt’uno, il terzo è la logistica: Venezia è una delle porte d'Europa, serve una logistica che sia capace di ricevere e smistare. Abbiamo elementi sufficienti per dire che questa idea di area vasta può reggere la sfida che ci viene dalla nuova competizione internazionale ma dobbiamo essere meno localistici». (m.a.)

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