Cinto, prese le ladre del colpo alla GoldStar

Con uno stratagemma avevano rubato preziosi per 30.000 euro I carabinieri le sospettano di molti furti nel Triveneto e cercano le prove

di Carlo Mion

CINTO CAOMAGGIORE

Prese le ladre delle gioiellerie. Nomadi, avvenenti e scaltre vivevano in due campi della periferia di Padova. Ad arrestarle su ordinanza di custodia cautelare sono stati i carabinieri del Nucleo Operativo di Portogruaro. Si tratta di Barbara Basso, 29 anni, e di Sofia Reinhard (24), entrambe con precedenti. Per arrestarle i militari si sono finti rilevatori del censimento.

Le due donne, alle quali i carabinieri sono arrivati dopo diversi mesi di indagini coordinate dai pm Claudia Dal Martello e Carlotta Franceschetti, sono le responsabili di almeno nove furti con destrezza (dei quali due solo tentati in provincia di Verona) ai danni di oreficerie in provincia di Venezia, Verona, Padova e Vicenza. Colpi che hanno fruttato alle due zingare monili d'oro per un valore stimato di oltre 200.000 euro.

Il modus operandi era consolidato e messo in atto con grande abilità: le due, vestite in maniera estremamente elegante, si fingevano clienti interessate all'acquisto di una pesante collana d'oro per un loro parente, acquisto per il quale lasciavano addirittura una caparra di qualche centinaia di euro. Una volta che il commesso di turno aveva prelevato i rotoli di preziosi dalla cassaforte appoggiandoli sul bancone, le due donne, sfruttando anche la loro avvenenza,riuscivano, con uno stratagemma, a sovrapporre sul rotolo talvolta I'impermeabile, uno scialle o un altro capo di vestiario indossato sino a che, al momento giusto, nel volgere di un attimo sfilavano il rotolo e se lo nascondevano sotto la gonna, in una tasca interna appositamente ricavata. La loro signorilità e l’affabilità hanno convinto alcuni gioiellieri che non riuscivano a credere alla loro colpevolezza. Durante tutta la loro "visita" al negozio stavano ben attente a non lasciare alcuna loro impronta digitale, né sul bancone né sugli oggetti esibiti che, anche se indossati, non venivano mai toccati a mani nude. Le indagini sono iniziate dopo il colpo, del 15 ottobre 2010, alla gioielleria “Gold Star” di Cinto Caomaggiore, che ha fruttato loro circa 30 mila euro di gioieli. Le ladre hanno in seguito preso di mira altre gioiellerie a Isola Vicentina, Vicenza, Lonigo, Verona, Mason Vicentino, Montecchio Precalcino e Noventa Padovana.

I carabinieri di Portogruaro sono convinti che le due abbiano compiuto colpi anche in provincia di Bologna e in Friuli Venezia Giulia. Per questo sono convinti che le loro foto serviranno a individuare nuove vittime che le riconosceranno dalle immagini.

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