Cinque regole per evitare nuove sparatorie in piazza

MARGHERA. Una ventina tra cittadini e consiglieri di Municipalità, ieri mattina, si sono trovati sulle sedie del plateatico del bar Città Giardino in piazza Mercato per scrivere insieme le prime cinque regole per dire: «Mai più sparatorie nel centro di Marghera». L’iniziativa, che è stata convocata dal segretario del Psi margherino Alvise Ferialdi, ha rappresentato il primo momento pubblico di riflessione dopo la grande manifestazione con 2.000 persone e in tesa il sindaco Giorgio Orsoni. Il corteo del 15 marzo era stato organizzato dalla Municipalità all’indomani della sparatoria che ha avuto come tragiche conseguenze: un morto (Ajdin Isac, 33 anni) ed un ferito grave (Elmas Gunev, 33 anni). L’incontro di ieri avrebbe dovuto tenersi ai tavolini del bar Ae Do Porte, visto che proprio lì vicino è avvenuta la sparatoria ma i gestori cinesi hanno chiesto agli organizzatori di spostarsi in un altro luogo. Questa è la ragione per cui l’iniziativa è stata fatta nella zona esterna del bar Città Giardino. Oltre ad Alvise Ferialdi, c’erano altri rappresentanti politici, alcuni consiglieri di Municipalità del Pdl (Giuseppe Calcagni, Michele Pellegrini e Giovanni Savarise), di Fratelli D’Italia (Lorenzo Toffanin) e di Italia dei Valori (Antonio De Dea). Le forze dell’ordine (polizia e carabinieri) si sono fatte vedere e il dirigente del commissariato di Marghera Luca Miori ha ricordato che il ministero dell’Interno ha garantito un contingente supplementare a carattere temporaneo, per tenere sotto controllo la Città Giardino. «Ci siamo chiesti», ha detto Ferialdi, «che cosa possiamo fare per evitare che fatti di tale gravità possano accadere ancora. Da una parte è necessario che le istituzioni trovino le risorse economiche necessarie a garantire un controllo dell’ordine pubblico e dall’altra che ci siano politiche che portino la Città Giardino ad essere vissuta dai residenti». Alla fine, la riunione ha portato alla scrittura dei cinque punti per rendere la Città Giardino più sicura. Il primo punto riguarda la necessità di evitare i rioni ghetto, abitati da soli stranieri della stessa nazionalità, una misura preventiva. La seconda questione, proposta da Toffanin, invece, è relativa al ripristino del vigile di quartiere. Il terzo punto, suggerito da diversi intervenuti, è quello secondo cui sarebbe necessario rendere la piazza più viva per renderla più sicura.
Il quarto nodo è quello della necessità di una maggiore illuminazione delle strade di notte, e dell’aumento, richiesto da Calcagni, delle telecamere nei luoghi ed edifici pubblici. Il quinto punto, che si integra con il terzo, riguarda la realizzazione di iniziative come cene e pranzi sociali per rendere più viva la piazza.
Michele Bugliari
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