Cinquanta murales raccontano Mestre. Ecco il progetto di rigenerazione urbana

MESTRE. La polemica cittadina contro il progetto della torre di 70 metri con centro commerciale nell’ex campo da calcio del Real San Marco è un’altra partita. Altra cosa è il sostegno del comitato di viale San Marco ad un progetto di murales.
Si tratta di un progetto di rigenerazione urbana di Villaggio S
an Marco con effetti benefici sul fronte della presenza di turismo d’arte a Mestre. A lanciarla è l’architetto Gianfranco Vecchiato, ex assessore delle giunte di centrosinistra, appassionato di arte urbana. «La singolare impronta urbanistica e il carattere della presenza sociale rendono questa zona della città adatta ad ispirare racconti per immagini, storie a cielo aperto», spiega. Inserire tra le corti e i caseggiati del viale, nato dal piano Fanfani, una collezione di murales, censita e selezionata per visibilità dalle pubbliche strade, dice Vecchiato, «coinvolgerebbe gli abitanti in modo da sviluppare i temi dei soggetti rappresentati dagli artisti».
E creerebbe una economia d’arte visto che nelle città italiane ed europee che ospitano percorsi d’arte all’aperto, i turisti arrivano a frotte.
Il quartiere comprende infatti le “corti” della Venezia Minore di Egle Trincanato, con i percorsi «che consentono una tranquilla visita itinerante che potrebbe intercettare un parte del turismo di transito verso Venezia. Questo aiuterebbe a rilanciare attività commerciali di vicinato. Le “tele” edilizie utili per un soggetto artistico, da una mia verifica, sono una cinquantina, disposte nel perimetro storico del villaggio e tra le sue corti», spiega l’architetto. E prosegue.
«Le opere dovrebbero rispondere ad alcuni requisiti: essere parte di un racconto figurativo, ispirarsi al quartiere negli anni di nascita e di sviluppo dell'area urbana, segnata dalla vicinanza con Venezia, Mestre e Marghera. Il quartiere si protende verso la laguna e raccoglie da tre generazioni molte vicende individuali e collettive. Iniziando dal progetto del Villaggio e dagli urbanisti che fecero l'impresa: Samonà, Piccinato, Trincanato; poi dalle origini di molti residenti che venivano dai sestieri popolari di Venezia, e con lo sguardo rivolto verso la laguna, le isole e sulle vicine fabbriche della zona industriale».
Oggi il viale San Marco porta al parco di San Giuliano, a Forte Marghera con la sua ciclabile che si collega tramite la Vallenari alle campagne fino a Tessera. Un simile progetto a Mestre, avrebbe risonanza a livello non solo nazionale, essendo Venezia sede di Biennale, di Accademia, di Università e di molte attività artistiche, ma mondiale e si potrebbe coinvolgere il museo M9.
«Dove non vi saranno murales, i coni visuali guidati anche da informazioni digitali, spingerebbero a definire percorsi e piani del colore». Prossimi passi stringere alleanze: con enti pubblici e categorie, per bandire un concorso. «Le spese dell'investimento anche se non finanziato da contributi pubblici, rientrano attualmente tra quelle fiscalmente detraibili fino al 90% degli importi o trasferibili come crediti di imposta alle imprese coinvolte nella fornitura dei materiali», spiega l’architetto.
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