Cinquanta murales raccontano Mestre. Ecco il progetto di rigenerazione urbana

L’idea dell’architetto Gianfranco Vecchiato per creare un’ economia dell’arte e rilanciare il commercio di vicinato
Mitia Chiarin
Mestre - Assemblea residenti Viale San marco contro il progetto per costruire un condominio alto 70 metri.Mestre, 03/05/2021.Lorenzo Pòrcile
Mestre - Assemblea residenti Viale San marco contro il progetto per costruire un condominio alto 70 metri.Mestre, 03/05/2021.Lorenzo Pòrcile

MESTRE. La polemica cittadina contro il progetto della torre di 70 metri con centro commerciale nell’ex campo da calcio del Real San Marco è un’altra partita. Altra cosa è il sostegno del comitato di viale San Marco ad un progetto di murales.

Si tratta di un progetto di rigenerazione urbana di Villaggio S

an Marco con effetti benefici sul fronte della presenza di turismo d’arte a Mestre. A lanciarla è l’architetto Gianfranco Vecchiato, ex assessore delle giunte di centrosinistra, appassionato di arte urbana. «La singolare impronta urbanistica e il carattere della presenza sociale rendono questa zona della città adatta ad ispirare racconti per immagini, storie a cielo aperto», spiega. Inserire tra le corti e i caseggiati del viale, nato dal piano Fanfani, una collezione di murales, censita e selezionata per visibilità dalle pubbliche strade, dice Vecchiato, «coinvolgerebbe gli abitanti in modo da sviluppare i temi dei soggetti rappresentati dagli artisti».

E creerebbe una economia d’arte visto che nelle città italiane ed europee che ospitano percorsi d’arte all’aperto, i turisti arrivano a frotte.

Il quartiere comprende infatti le “corti” della Venezia Minore di Egle Trincanato, con i percorsi «che consentono una tranquilla visita itinerante che potrebbe intercettare un parte del turismo di transito verso Venezia. Questo aiuterebbe a rilanciare attività commerciali di vicinato. Le “tele” edilizie utili per un soggetto artistico, da una mia verifica, sono una cinquantina, disposte nel perimetro storico del villaggio e tra le sue corti», spiega l’architetto. E prosegue.

«Le opere dovrebbero rispondere ad alcuni requisiti: essere parte di un racconto figurativo, ispirarsi al quartiere negli anni di nascita e di sviluppo dell'area urbana, segnata dalla vicinanza con Venezia, Mestre e Marghera. Il quartiere si protende verso la laguna e raccoglie da tre generazioni molte vicende individuali e collettive. Iniziando dal progetto del Villaggio e dagli urbanisti che fecero l'impresa: Samonà, Piccinato, Trincanato; poi dalle origini di molti residenti che venivano dai sestieri popolari di Venezia, e con lo sguardo rivolto verso la laguna, le isole e sulle vicine fabbriche della zona industriale».

Oggi il viale San Marco porta al parco di San Giuliano, a Forte Marghera con la sua ciclabile che si collega tramite la Vallenari alle campagne fino a Tessera. Un simile progetto a Mestre, avrebbe risonanza a livello non solo nazionale, essendo Venezia sede di Biennale, di Accademia, di Università e di molte attività artistiche, ma mondiale e si potrebbe coinvolgere il museo M9.

«Dove non vi saranno murales, i coni visuali guidati anche da informazioni digitali, spingerebbero a definire percorsi e piani del colore». Prossimi passi stringere alleanze: con enti pubblici e categorie, per bandire un concorso. «Le spese dell'investimento anche se non finanziato da contributi pubblici, rientrano attualmente tra quelle fiscalmente detraibili fino al 90% degli importi o trasferibili come crediti di imposta alle imprese coinvolte nella fornitura dei materiali», spiega l’architetto.

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