«Chiusura serale, che mazzata dovrò rinunciare al secondo locale»

Il pasticcere Salvatore Raia si sfoga: «Sarei pronto a manifestare ma mi sento solo. Il sovraffollamento c’è nei mezzi pubblici» 
Conf. stampa di presentazione della conclusione dei lavori di via Costa in zona Altobello, Mestre - nella foto pasticceria Raia di Salvatore Raia
Conf. stampa di presentazione della conclusione dei lavori di via Costa in zona Altobello, Mestre - nella foto pasticceria Raia di Salvatore Raia

la testimonianza

«Se stimiamo un incasso quotidiano di mille euro, dover chiudere alle 18 significa perdere almeno 400 euro di guadagno». Salvatore Raia, tra i “re” della pasticceria di Mestre, è sconsolato. Il Dpcm che impone anche alle pasticcerie di chiudere alle 18, ci dice, «è una mazzata ai miei sogni. Avevo sospeso causa lockdown la apertura della mia seconda pasticceria in via Carducci e ora mi sa, in questa situazione di nuovo blocco, che lascio perdere tutto. Anche perché gli oltre duemila euro da pagare di affitto ogni mese con questa emergenza non vedono le proprietà intervenire riducendo i fitti», racconta il pasticcere che ha aperto in piazzale Madonna Pellegrina ad Altobello, raccogliendo subito una schiera di estimatori della sua pasticceria di chiara ispirazione partenopea e siciliana. «Non comprendo bene questo tipo di scelte e sarei anche pronto a manifestare ma mi sento molto solo in questo momento», continua a spiegare. «Anche perché la misura è spiegata come un intervento anti distanziamento ma nelle pasticcerie non c’è mai la ressa mentre se vado in via Cappuccina a prendere mia figlia a scuola li vedo i bus e il tram strapieni di gente. L’affollamento è lì e non dentro le pasticcerie. Farci chiudere alle 18 è un danno: quella è l’ora in cui la gente esce dall’ufficio e si ferma solitamente da noi per comprare un dolce, una torta, regalarsi o regalare una coccola. Poi abbiamo i salati che vanno molto per l’aperitivo ma che tanti portano a casa perché non hanno voglia di cucinare. Ora basta: ci impongono la chiusura e non ho neanche compreso bene se potremo fare l’asporto oppure no. Al momento chiudiamo alle 18 e basta. Anche perché oramai manca un’ora alla chiusura e non ci sta nessuno», dice Salvatore Raia. Quasi tutte le pasticcerie cittadine ieri erano chiuse per il tradizionale giorno di riposo. E quindi da oggi si capirà come si riorganizzerà una categoria che a Mestre vede tanti esponenti di spicco: dalla cioccolateria Pettenò alla pasticceria Ceccon, con mezzo secolo di attività, fino alla Milady di via Trieste a Marghera. Anche loro che lavorano per regalare dolcezza, devono ancora stemperare l’amarezza degli ultimi provvedimenti del governo. —



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