Chiuso centro benessere cinese a luci rosse

La polizia mette i sigilli al Lan Coof di via Roma, con ragazze specializzate in massaggi particolari

Un’altra casa di appuntamenti mascherata da centro massaggi chiusa dalla polizia: ieri mattina i sigilli sono stati messi al centro che si trova in via Roma. L’indagine della Squadra Mobile che ha portato alla chiusura del bordello era iniziata nel novembre dello scorso anno. La prostituzione indoor in città sta diventando sempre più un business controllato dai cinesi. Questo leggendo i vari annunci sia su giornali cartacei che su vari siti. L’esotico a Mestre piace. Ieri mattina gli agenti della sezione amministrativa della questura hanno sottoposto a sequestro preventivo il centro benessere “Lan Coof” di via Roma.

Il provvedimento è stato adottato a carico di una cinese di 31 anni e di un mestrino che di anni ne ha 60. Per la polizia sono i gestori del centro massaggi.

Le indagini, iniziate nel novembre scorso e condotte dalla Squadra Mobile, hanno consentito di accertare che il Centro era divenuto luogo dove si esercitava la prostituzione da parte di giovani cinesi, di età compresa tra i 25 ed i 30 anni. Stando alle indagini erano almeno tre le ragazze che lavoravano all’interno.

I due gestori, oltre a mettere a disposizione la struttura - che formalmente era un centro massaggi - sfruttavano le straniere che, su richiesta dei clienti, praticavano una prestazione sessuale definita “massaggio romantico”. Questo tipo di massaggio comportava un sovrapprezzo di circa 20 euro, sul costo del reale massaggio, fissato in 50 euro circa.

Il numero dei clienti era elevato. Almeno una ventina quelli che quotidianamente chiedevano il massaggio romantico. Indagini sono in corso per accertare se le ragazze che intascavano i soldi della prestazione, erano costrette a versare una parte della “marchetta” alla connazionale e all’italiano. In quel caso scatterebbe l’accusa di sfruttamento della prostituzione.

Una prostituta su due lavora in casa. Italiane e, soprattutto, straniere provenienti da oltre 40 nazioni, tra i 25 e i 45 anni. Con guadagni che vanno dai 5 mila ai 25 mila euro al mese. Secondo uno studio del Gruppo Abele, in Italia le cosiddette ”appartamentiste” sono sempre di più: tra le 11.900 e le 15.500, più al Nord che al Sud, con percentuali che a seconda delle zone variano dal 40% al 70%. Un fenomeno che dal 2003 a oggi ha avuto un’impennata mai vista e che ha portato la prostituzione indoor a una radicalizzazione e a un’estensione sull’intero territorio nazionale. Aumentano le inserzioni sui giornali e sui siti internet, nuovi luoghi di adescamento, ma anche i bigliettini che propagandano l’apertura di pseudo centri benessere. Le straniere provengono in particolare da Brasile, Colombia, Cina e Paesi dell’Est europeo e ricevono i propri clienti (italiani di ceto medio alto tra i 18 e i 70 anni) in appartamenti semiperiferici con parcheggio comodo. (c.m.)

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