Chiude dopo 25 anni il ristorante Poggi
Battaglia legale fra il proprietario e lo chef stellato Aldreghetti che presenta ricorso

Dopo 25 anni e mezzo, 9.250 giorni lavorati, 127.750 ore dedicate, 480.000 ore operate, 365.000 pasti e due milioni di euro di affitti pagati, chiude lo storico ristorante Poggi in Strada Nova. Questi sono solo alcuni numeri della storia del “Poggi” che, da oggi, non può più rialzare le serrande. Due firme su un foglio protocollo a righe, un ufficiale giudiziario e quattro poliziotti hanno decretato così la fine di una storia.
«Dopo una bagarre legale durata molti mesi», spiega Stefano Aldreghetti, uno dei 28 chef più creativi al mondo, «abbiamo perso la battaglia legale contro Loris Poggi, che ci vedeva attori, dove ha perso il buon senso e ha vinto il vile denaro. Ecco la conclusione di una storia. Hanno perso l’impegno, il sacrificio, l’altruismo e molti altri valori, degni del libro cuore, sopraffatti da posizioni burocratiche: non si è tenuto conto di tutto questo, ma solo di continuare ad arricchire il portafoglio del proprietario. In un attimo un colpo di spugna ha cancellato acque alte, giorni di lavoro con la febbre, sacrifici, riposi mancati, ferie non fatte, facendo vincere solo parole scritte sulla carta, dimenticandosi di tutte quelle che si sono dette a voce con una stretta di mano, rinnegando così un patto d’onore tra le parti».
Negli ultimi sei mesi il volume d’affari dell’attività era diminuito e Aldreghetti non era più riuscito a pagare i 6.180 euro d’affitto del ramo d’azienda: «Avevo suggerito a Loris Poggi», continua lo chef stellato, Stefano Aldreghetti, «di modificare l’attività in una “cicheteria”, ma il suo unico scopo, in tutti questi anni, è stato quello d’incassare i soldi senza fare alcun investimento. Non aveva mai pagato nemmeno le registrazioni del contratto, che ammontavano a 2.200 euro all’anno. Visto che non siamo più riusciti a pagare, Poggi ci ha cacciato grazie a un procedimento d’urgenza previsto dall’articolo 700 del codice di procedura civile. Abbiamo presentato ricorso, speriamo che il giudice ascolti le ragioni del cuore, ma sarà difficile che lo accolga, tant’è», conclude Aldreghetti, «che stiamo portando via già tutte le nostre cose».
Davide Vatrella
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia
Leggi anche
Video