Chiesto il processo per Gaiatto Indagato un altro collaboratore

La Procura di Pordenone ha chiesto il rinvio a giudizio per l’ex trader portogruarese Fabio Gaiatto 43 anni, e gli altri sedici indagati per la maxitruffa legata ai risparmi investiti nel mercato valutario con le società del gruppo Venice. Con gli interrogatori di Gaiatto (assistito di fiducia dall’avvocato Guido Galletti) e della compagna Najima Romani, 31 anni (difesa d’ufficio dall’avvocato Elisa Trevisan), gli inquirenti hanno chiuso il cerchio.
L’udienza preliminare
Firmata dal procuratore Raffaele Tito e dal pm Monica Carraturo, la richiesta è stata depositata ieri pomeriggio alla cancelleria del gip. La complessa udienza preliminare sarà celebrata dinanzi al giudice Eugenio Pergola a febbraio e dovrà essere conclusa entro l’11 marzo, data in cui scadranno i termini per la custodia cautelare per Gaiatto. Vista la mole dell’inchiesta, raccolta in ben 52 faldoni, e la numerosità delle persone offese (più di mille le querele) l’udienza preliminare è destinata a impegnare più giornate.
GAIATTO BIS
Dopo la chiusura delle indagini preliminari hanno continuato a piovere querele al palazzo di giustizia in riva al Noncello. In Procura hanno contato un centinaio di nuove denunce, che sono confluite, però, in un fascicolo “Gaiatto bis”. Il procedimento bis procederà separatamente rispetto all’inchiesta principale. C’è il dubbio, però, che le ulteriori denunce possano essere giudicate tardive, visto che sono state presentate molti mesi dopo la fine delle attività del gruppo Venice.
LE ACCUSE
Rispetto all’impianto accusatorio cristallizzato nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari, la rosa degli indagati non è mutata: Gaiatto è collocato al vertice dell’associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata e all’abusivismo finanziario, la compagna Romani è indicata come una semplice impiegata, la cittadina slovena Marija Rade, 64 anni, il prestanome che figurava come direttrice di tre società del gruppo Venice, tredici persone sono state ritenute dai pm procacciatori di clienti e promotori ed è stato chiamato in causa anche il realizzatore del sito internet di Venice. Nei confronti di Gaiatto, Rade e Romani la Procura ha ipotizzato anche il reato di autoriciclaggio. La Procura ritiene che Gaiatto e Romani abbiano acquistato 18 fra immobili e terreni con i proventi della truffa per un valore di 4 milioni di euro e che Gaiatto e Rade abbiano invece erogato 78 finanziamenti per 11 milioni di euro usando i soldi investiti dai risparmiatori per il mercato valutario (da qui la contestuale ipotesi di abusivismo bancario).
le posizioni minori
La Procura ritiene che vi siano elementi sufficienti per sostenere le accuse anche contro: Massimo Minighini, 42 anni, di Fossalta di Portogruaro (realizzatore del sito); Claudia Trevisan, 47 anni, di Fossalta di Portogruaro; Giulio Benvenuti, 33 anni, vicentino; Massimiliano Vignaduzzo, 46 anni, di San Michele al Tagliamento; Luca Gasparotto, 48 anni, di Cordovado. La richiesta di rinvio a giudizio è piombata anche su Andrea Zaggia, 32 anni di Saccolongo; Massimiliano Franzin, sportivo 45 anni di Oderzo; Marco Zussino, 51 anni, di Basiliano quadro in una importante azienda; Ubaldo Sincovich, 65 anni, maestro di tango argentino di Muggia; Massimo Baroni, 48 anni, mental coach bergamasco; Massimo Osso, 46 anni, ragioniere di Palmanova; Daniele Saccon, 44 anni, agente di commercio di Mareno di Piave; Flavio Nicodemo, 45 anni, commercialista di Teglio Veneto; Moreno Vallerin, 42 anni, agente assicurativo di Due Carrare. Gli indagati minori hanno dichiarato al gip Piccin di essere stati a loro volta vittime di Gaiatto e di non aver procacciato clienti per conto suo, ma di aver semplicemente consigliato l’affare ai loro stessi parenti o amici.
IL NUOVO NOME
È stato reso noto il nome di un nuovo indagato, il diciottesimo. Si tratta di Robert Cendron, 54 anni, nato in Australia e residente a Trevignano. La sua posizione è stata stralciata e procederà separatamente, per un problema di notifica: non è stato possibile ancora appurare se il suo domicilio attuale sia a Cuba o in Australia. La Procura ha ipotizzato che Cendron abbia procacciato 31 clienti al gruppo Venice per un totale di investimenti pari a 667.200 euro e che ne abbia incassati 68 mila sul conto corrente personale. —
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia