Chiesti 18 mesi per l’armatore accusato di una maxi evasione

Salvatore Pianura, napoletano trapiantato a Mestre, era già finito ai domiciliari per bancarotta La sede della “Pianura Armatori srl” era in via Felisati. Nel 2009 non avrebbe versato 330 mila euro
Di Giorgio Cecchetti

MESTRE. Non sono concluse le disavventure giudiziarie per il 79enne imprenditore ed armatore napoletano trapiantato a Mestre Salvatore Pianura. Ieri, doveva rispondere dell’ennesima accusa di evasione fiscale per una delle sue società, la «Pianura Armatori srl», fallita nel 2011. Il pm ha chiesto al giudice monocratico lagunare Savina Caruso la condanna a un anno e sei mesi di reclusione, il magistrato ha poi rinviato l’udienza per la sentenza. Stando al capo d’imputazione, in qualità di rappresentante legale della società che aveva sede in via Felisati a Mestre, non avrebbe versato per l’anno fiscale 2009 ben 330 mila e 774 euro di imposta sul valore aggiunto. Inoltre, sempre per quell’anno e per quello successivo, non avrebbe versato entro il termine previsto per le presentazione delle dichiarazioni annuali di sostituto d’imposta delle ritenute alla fonte relative agli emolumenti erogati una cifra per un ammontare complessivo di quasi 300 mila euro, 133 mila euro per il 2009 e 165 mila per l’anno successivo.

Tra il 2001 e il 2012 l’impero economico di Pianura che si estendeva da Venezia a Napoli era crollato. Più di quindici anni fa, l’imprenditore, che risiede in una bella villa a Mogliano Veneto, aveva acquisito la flotta Lauro in liquidazione nel capoluogo campano. Forse un passo più lungo della sua gamba, tanto che da allora era cominciato il declino economico dell’armatore. La prima società finita malamente era stata la napoletana «Silver srl», un tempo nota come Stargas, dichiarata fallita dal Tribunale di Napoli. Tra il 2010 e l’anno successivo era stato il Tribunale di Venezia a decretare il fallimento delle società veneziane che avevano sede in via Felisati a Mestre: la ««Electra srl», la «Pianura Armatori srl», la «Holding Mare srl» e, infine la «Pianura manager srl».

A causa della napoletana «Silver» Pianura era finito in manette per bancarotta fraudolenta, agli arresti domiciliari nella sua villa di Mogliano. Stando agli investigatori del Nucleo di Polizia tributaria della Campania, infatti, avrebbe cercato con la collaborazione di due dei suoi più stretti aiutanti di sottrarre al curatore fallimentare ben otto navi, costituendo società all’estero. Il passivo della «Silver» aveva sfiorato i 32 milioni di euro. Stando alla ricostruzione dei curatori, Pianura avrebbe creato poco prima della dichiarazione di fallimento delle sue aziende nuove società con sede all'estero, in uno dei paradisi fiscali come le Marshall Island, alle quali avrebbe ceduto le navi in modo da sottrarle ai curatori e dunque ai suoi creditori. Le società estere sarebbero state intestate ai suoi collaboratori più stretti e le navi avrebbero battuto bandiera di Madeira, un altro paradiso fiscale.

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