Cedimento strutturale causò l’incidente aereo del Piper

NEL SETTEMBRE 2016, TRA LE VITTIME LA MESTRINA ILARIA BERTI 

Una impennata di quota da 200 metri, poi lo stallo e il precipizio: 13 secondi fino allo schianto a terra. Così è terminato il volo che nel 2016 portava in Macedonia Francesco Montagner, presidente dell’Aeroclub Treviso, il vicepresidente Dario Bastasin, Luca Dalle Mulle, il padovano Angelo Callegari, la mestrina Ilaria Berti originaria di Carpenedo e Visar Degaj, un kosovaro con cittadinanza italiana. Morirono tutti. Ora, tre anni dopo la tragedia, una perizia mette nero su bianco la causa, sostenendo la tesi del cedimento strutturale.

Il piper, condotto da Montagner era partito dall’aeroclub di Treviso alle 14 del 6 settembre 2016 ed è scomparso alle 17.40 al controllo dei radar dell’aeroporto di Skopje, dove era previsto uno scalo tecnico per fare rifornimento di carburante. Alcuni abitanti dei villaggi vicini a Veles, città della Macedonia centrale poco a sud di Skopje, raccontarono di aver udito un forte boato seguito da un’esplosione, con fiamme e denso fumo. La perizia spiega ora che l’aereo, quando era in fase di allineamento verso la pista di atterraggio da 19 secondi, è improvvisamente impazzito: prima un’impennata di 200 metri verso destra, poi lo stallo in aria e infine la caduta senza controllo e lo schianto. I detriti sono stati trovati in un’area ampia 190 metri, cosa che a detta dei tecnici è compatibile con una rottura precedente l’impatto.

Mancando una scatola nera, è impossibile stabilire con assoluta certezza cosa sia accaduto. I tecnici incaricati dalla magistratura di chiarire le cause dell’incidente, hanno dovuto cercare la verità incrociando tracciati radar, casistica e rilievi sui reperti. Di qui la soluzione più plausibile e probabile: il cedimento strutturale. —



Riproduzione riservata © La Nuova Venezia