Cavarzere sotto choc per la morte di 3 ragazzi nello schianto sulla Monselice-Mare

Calciatori del Quadrifoglio e volontari alla sagra Il paese è distrutto dal dolore: «Come fossero figli nostri. Il giorno dell’addio sarà lutto cittadino

CAVARZERE. «Quei poveri ragazzi... li conoscevo tutti, uno per uno"». Rosa Bruson gestisce, insieme al marito Alberto Ferrarese, un negozio di alimentari in via Maddalena, nel centro della frazione di Rottanova. Un emporio, più che un negozio, malgrado le modeste dimensioni, perché vende un po' di tutto, dalle sigarette, alle schede telefoniche, agli alimentari. «Quando andavano a scuola - ricorda la signora - venivano sempre qui a comprarsi le merendine, prima di partire. Sandro era l'unico che fumava. Lui prendeva le Marlboro touch. Ma quando aveva pochi soldi si accontentava del pacchetto da dieci. Era venuto anche ieri (venerdì, ndr) pomeriggio».

«Bravi ragazzi - aggiunge il marito della commerciante, con un velo di tristezza nella voce - in paese oggi c'è silenzio, tutti pensiamo a loro». L'incidente che ha fatto perdere a questo paese tre dei suoi figli più giovani è ancor più scioccante per via della dinamica riferita dagli amici dei tre morti. Non ci sono la velocità o l'alcool o l'imprudenza, all'origine di questa strage stradale, ma solo una imprevedibile fatalità. «Eravamo partiti con due macchine - racconta Nicola Concina, che guidava quella scampata al disastro - per andare a Este, a sentire un concerto. Nella mia auto viaggiavamo in tre ed eravamo davanti. Facevamo i 70, massimo 80 all'ora. Ad un certo punto un gatto ci ha attraversato la strada. Io ho sterzato per evitarlo e Sandro, dietro, ha fatto lo stesso. Ma io sono rimasto in carreggiata, lui è finito nel fosso».

Sono stati Nicola e i suoi due amici i primi a dare l'allarme, a chiamare il 118 e i rispettivi genitori. Quando sono tornati indietro, per aiutare gli amici, e hanno visto che solo Alex Bruson usciva dall'auto, hanno capito che l'incidente era stato gravissimo, ma non hanno potuto fare nulla. Poi hanno raccontato tutto ai familiari e già nella notte il resoconto dell'incidente è arrivato in paese, nei bar ancora aperti. La mattina dopo l'eco è continuata, sottolineata anche dai titoli dei giornali e dalle notizie tv. I coetanei dei tre morti si sono radunati, increduli, davanti alla chiesa, preoccupati per la sorte di Alex, l'unico scampato, che le prime notizie davano in fin di vita. Poi una zia avrebbe riferito che «sta abbastanza bene»: un filo di speranza per tutti.

«Erano tre nostri figli, di tutto il paese, intendo - sottolinea Graziano Garbin, presidente del Comitato cittadino - facevano i camerieri alla sagra, giocavano nella squadra di calcio della polisportiva Quadrifoglio. Davide lo ha fatto fino all'anno scorso, gli altri ne facevano ancora parte. Davano una mano in parrocchia per tutte le attività che venivano organizzate. E poi, qui siamo 1200 anime, ci conosciamo tutti e molti degli abitanti sono parenti, più o meno alla lontana, delle tre famiglie. Mancheranno a tutti». Il campanile della chiesa, da qualche settimana è "muto" per via della caduta di alcuni pezzi di cornicione. Non si sa ancora se le sue campane potranno dare l'addio ai tre ragazzi. Il sindaco, interpellato, annuncia il lutto cittadino. «Sono situazioni nelle quali non è possibile trovare parole - dice Henri Tommasi - posso solo assicurare alle famiglie la vicinanza mia personale e di tutta l'amministrazione comunale per quanto è accaduto. Per il giorno dei funerali indiremo il lutto cittadino e domani (oggi, ndr) sarà osservato un minuto di silenzio prima della partenza di ognuna delle corse del trofeo podistico che si svolgerà in città»

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