Cassa integrazione per i lavoratori di Be71

FOSSò. Cassa integrazione straordinaria per 24 dei 40 lavoratori della Be71 ex Kallistè, il calzaturificio di Fossò di proprietà dell’imprenditore marchigiano Cleto Sangripanti, che qualche settimana fa ha chiuso i battenti. Altri 16 di quelli che avevano perso il lavoro erano riusciti a ricollocarsi.

L’azienda è diventata Vr Srl. in liquidazione e dal 10 gennaio, in fallimento. Il giudice del Tribunale di Venezia Daniela Bruni ha nominato curatore fallimentare Sabrina Cimarosto. L’accordo è stato trovato al Ministero del Lavoro ieri mattina a Roma con la Filctem Cgil e Femca Cisl.

«Dopo l’improvvisa chiusura e la cessazione delle attività avvenuta in novembre, determinate dal drastico calo delle commesse e dall’impossibilità di nuove acquisizioni, a seguito dell’insistenza delle organizzazioni sindacali», spiegano Davide Stoppa per Cgil e Cristina Gregolin per Cisl, «si sono incontrate le parti per siglare l’accordo per la concessione della cassa integrazione straordinaria al Ministero del Lavoro. Durerà un anno. Il settore delle calzature della Riviera del Brenta è famoso per la qualità dei prodotti, opera con i grandi marchi e porta con sé la grande professionalità. Proprio la loro professionalità ha permesso ad alcuni di questi lavoratori di trovare subito una nuova collocazione, ma altre 24 persone sono in cerca di lavoro».

La cassa integrazione per i sindacati non basta: «Riteniamo che serva un piano formativo specifico per incrementare la ricollocabilità. Lavoreremo con l’appoggio, degli uffici della Regione. Per velocizzare le forme di pagamento della cassa integrazione», concludono, «chiederemo alle banche di applicare l’accordo con la Regione per l’anticipo dell’ammortizzatore sociale per dare un sostegno economico a lavoratori da mesi senza entrate». —

A.Ab.

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