Casoni in terreno demaniale proprietari davanti al giudice

Alcuni casoni a Falconera adibiti ad abitazioni o a ristoranti tipici sono stati costruiti anni addietro su terreno demaniale, ma senza le autorizzazioni necessarie. Questo sostiene la Procura di Pordenone in una doppia inchiesta - una coordinata dal pubblico ministero Monica Carraturo e l’altra dal collega Carmelo Barbaro - che ora è alle battute finali. In questi giorni stanno arrivando le citazioni dirette a giudizio agli indagati - alcune decine - che nei primi mesi del 2020 dovranno presentarsi davanti al giudice monocratico. L’accusa formulata dalla Procura pordenonese a carico dei proprietari che andranno a giudizio è di aver violato gli articoli 54 e 1161 del Codice della Navigazione relativi all’abusiva occupazione di spazio demaniale. In assenza di concessione demaniale marittima, secondo quanto sostenuto dai magistrati, i diversi proprietari avrebbero occupato in maniera indebita, con i rispettivi immobili, aree appartenenti al Demanio pubblico dello Stato - Ramo Trasporti e Navigazione. E proprio l’Agenzia del Demanio - Regione Veneto è citata come parte offesa nel decreto di citazione a giudizio.
I legali degli indagati, tra cui l’avvocato Mauro Scaramuzza, stanno approntando le strategie difensive da portare in aula. Non è escluso che qualcuno possa decidere di accedere a riti alternativi (patteggiamento o abbreviato) per evitare il dibattimento e accorciare i tempi, ma in molti potrebbero voler affrontare il processo per dimostrare la propria estraneità alle contestazioni della Procura. Anche perché per alcune posizioni la concessione ci sarebbe, per altre i rispettivi proprietari avrebbero presentato la richiesta ma sarebbero ancora in attesa di una risposta perché rimpallati da un ente all’altro.
La questione delle costruzioni su aree demaniali in zona Falconera è annosa. Già negli anni Ottanta c’era stato un primo procedimento penale che si era concluso con l’assoluzione degli imputati: il giudice aveva ritenuto che l’area in questione fosse stata tacitamente sdemanializzata in virtù dei molteplici interventi dell’uomo. Negli anni Duemila sembrava che la sdemanializzazione, attraverso il pagamento di un canone, fosse cosa praticamente fatta visto che la legge relativa era stata inserita nel decreto Milleproroghe. Ma poi non se ne fece più niente. Nel 2004 un altro procedimento penale, sempre per occupazione abusiva di aree demaniali ed irregolarità urbanistiche. Parte dei reati però erano stati prescritti, per altri invece gli imputati erano stati assolti. Lo scorso anno erano stati messi i sigilli a due abitazioni considerate abusive. Poi il tribunale del Riesame aveva revocato il decreto di sequestro per una delle due. Ora la notifica del decreto di citazione a giudizio che porterà gli indagati davanti al giudice. —
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