Casoni e locali abusivi, indaga la Procura

Avviso di chiusura delle indagini a Falconera notificato a proprietari di edifici che per il pm insisterebbero su aree demaniali



La magistratura torna ad accendere i fari sui presunti abusi edilizi commessi in zona Falconera, una delle più caratteristiche di Caorle. Nel mirino sono finiti vari ristoranti, casoni ed abitazioni che, secondo l’accusa, sarebbero stati costruiti a suo tempo su terreno demaniale, senza alcuna autorizzazione. E quindi sarebbero irregolari. È in corso in queste settimane la notifica dell’avviso di chiusura delle indagini preliminari, firmato dal sostituto procuratore pordenonese Pier Umberto Vallerin, agli indagati che stanno di conseguenza procedendo alla nomina dei propri difensori. L’accusa è di aver violato gli articoli 54 e 1161 del Codice della Navigazione relativi all’abusiva occupazione di spazio demaniale.

In assenza di concessione demaniale marittima, secondo quanto sostenuto dal magistrato friulano, i diversi proprietari avrebbero occupato, con i rispettivi immobili, aree appartenenti al Demanio pubblico dello Stato - Ramo Trasporti e Navigazione. Ora i legali, tra cui l’avvocato Mauro Scaramuzza, stanno approntando la strategia difensiva: gli indagati potranno farsi interrogare dal pubblico ministero titolare del fascicolo, presentare memorie o indagini difensive. Dopodiché il magistrato tirerà le somme e potrà chiederà il rinvio a giudizio. Secondo le difese, c’è incertezza su chi sia il proprietario dell’area e comunque, in relazione a tanti immobili, i proprietari stanno già procedendo con le sanatorie.

Nei mesi scorsi la sezione navale della Guardia di Finanza, su ordine sempre della Procura di Pordenone, aveva effettuato una perquisizione in municipio a Caorle e un’altra a casa e nello studio del sindaco Luciano Striuli sempre in relazione ai presunti abusi edilizi in zona demaniale a Falconera. Nel corso dei controlli, i militari delle Fiamme Gialle avevano proceduto all’acquisizione di una mole di documentazione relativa alla costruzione dei casoni e delle altre strutture nella zona dagli anni del dopoguerra ad oggi. Non è escluso che i due filoni investigativi possano essere collegati.

La questione delle costruzioni su aree demaniali in zona Falconera è annosa. Già negli anni Ottanta c’era stato un primo procedimento penale che si era concluso con l’assoluzione degli imputati: il giudice aveva ritenuto che l’area in questione fosse stata tacitamente sdemanializzata in virtù dei molteplici interventi dell’uomo. Negli anni Duemila sembrava che la sdemanializzazione, attraverso il pagamento di un canone, fosse cosa praticamente fatta visto che la legge relativa era stata inserita nel decreto Milleproroghe. Ma poi non se ne fece più niente.

Nel 2004 altro procedimento penale, sempre per occupazione abusiva di aree demaniali ed irregolarità urbanistiche. Parte dei reati però erano stati prescritti, per altri invece gli imputati erano stati assolti. Lo scorso anno erano stati messi i sigilli a due abitazioni considerate abusive. Poi il tribunale del Riesame aveva revocato il decreto di sequestro per una delle due.

Ora gli avvisi di chiusura delle indagini a carico di vari soggetti, sempre per lo stesso reato. Notizia, questa, che a Caorle sta facendo molto discutere. —



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