Caso Nardin, un truffato denunciato per stalking

Jesolo. Dopo il danno la beffa per uno degli imprenditori vittima del ragioniere Intanto l’Agenzia delle Entrate sta chiedendo il rientro dei tributi non versati

JESOLO. Caso Nardin, uno dei truffati denunciato per stalking. A poco più di un anno dall' esplosione del caso che ha fatto tremare Jesolo, i circa 50 imprenditori ed esercenti coinvolti nei mancati versamenti Iva e contributi vari del ragioniere di Jesolo Nicola Nardin, che aveva una società con la moglie Luisella Bozzato, amministratirce delegata, tirano le somme con grande disappunto. Molti hanno chiuso bottega oberati dai debiti con l'Agenzia delle Entrate, altri hanno cambiato lavoro, poi ci sono i fallimenti e anche un caso di denuncia per stalking a chi aveva osato "disturbare" Nardin e soprattutto la consorte. La vicenda pare una beffa che non ha fine.

Adesso i truffati chiedono di poter parlare con il pubblico ministero che coordina le indagini. «Non ci ha voluti ricevere», dicono, «noi lo abbiamo chiesto più volte con i nostri legali, ma non ha mai neppure risposto. Le indagini non sono ancora finite, lo sappiamo, ma quanto dureranno? Abbiamo chiesto almeno di poter pagare dopo che il processo si fosse svolto, invece adesso stanno arrivando le cartelle esattoriali che ci metteranno davvero in ginocchio». Colpi da 5 mila, 10 mila euro alla vigilia della stagione estiva che inizia sotto i peggiori auspici per chi non dorme la notte, non vede la luce nel tunnel imboccato da quando ha saputo di aver un debito con il fisco per colpe non sue. C'è chi non ce la farà mai e teme già il fermo dell'auto come prima conseguenza a breve. Si calcola che Nardin possa non aver versato Iva, contributi, addirittura bollette, per 2 milioni di euro almeno dal 2005.

«La verità è che questa storia è stata interessante e affrontata con serietà fino a che c'era di mezzo la questione dell'usura», ricordano i truffati, «poi ci sono stati patteggiamenti e tutto il resto, l'usura è stata dimenticata e noi siamo ancora qui alle prese con dei pagamenti di somme che abbiamo già pagato, o almeno così credevamo. Dovremo pagare due volte ed è bene ricordarlo. Qualcuno sapeva, non è possibile che Nardin abbia fatto ciò che ha voluto in questi anni senza mai trovare ostacoli. Le voci circolano e noi ci stiamo informando anche da soli, con visure e altro. Arrivano messaggi anonimi sul personale che ha lavorato da lui. Ricordiamo che hanno sequestrato abbigliamento, gioielli, ma tutto è ancora lì fermo. Almeno potevano essere utilizzati per compensare le nostre spese. Noi non sappiamo cosa fare per andare avanti e lui e la moglie non ci pare siano certo disperati visto dove e come vivono».

Giovanni Cagnassi

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