Caso Miozzi, caccia ai soldi spariti s’allunga la lista di chi lo denuncia

Caso Miozzi, la Guardia di Finanza a caccia dei soldi che secondo l’accusa il presidente nazionale del Movimento dei Consumatori si è “trattenuto” dai clienti del suo studio di consulente fiscalista. Parecchio denaro. I militari del Nucleo di Polizia Tributaria vogliono anche capire dove siano finiti i 70mila euro che il consulente, molto noto in città, ha ottenuto come finanziamento pubblico per realizzare il sito web dell’associazione, utilizzando fatture emesse da una cooperativa a lui riconducibile. Cosa non consentita dalla legge per la quale è indagato per truffa. Gli investigatori delle Fiamme Gialle stanno seguendo alcune piste e sono convinti di aver capito dove siano finiti i soldi. Una delle piste porta a un’attività di persone a lui vicine.
Ogni giorno si scoprono nuovi dettagli sulle due inchieste che riguardano il presidente del Movimento Consumatori. E ogni giorni si allunga la lista di chi ha deciso di denunciare Lorenzo Miozzi. Anche perché in diversi si trovano in difficoltà nel risanare la loro posizione rispetto a quanto devono allo Stato e che avevano affidato a lui perché pagasse contributi e oneri, al loro posto. Stando agli elementi raccolti dai finanzieri emerge che Miozzi quando si tratteneva il denaro dai clienti non si formalizzava di certo. Si sarebbe tenuto pure cifre basse, come 390 euro. A proposito del sito finanziato con soldi pubblici - complessivamente ha ottenuto 120 mila euro dallo Stato attraverso la Regione - ha una causa di lavoro intentata da chi lo doveva gestire. C’è poi una questione di firme falsificate. In diversi atti i finanzieri hanno trovato documenti firmati da collaboratori dell’uomo. Firme che però non sono state riconosciute dai diretti interessati. In sostanza i finanzieri sospettano che Miozzi abbia falsificato le firme di alcuni suoi collaboratori.
Sono due le indagini della Guardia di Finanza - coordinata dal sostituto Stefano Buccini - che hanno acceso i riflettori sulle attività di Lorenzo Miozzi: nella prima inchiesta è indagato come presidente del Movimento consumatori, nell'altra per la sua attività di consulente fiscale. Truffa aggravata, truffa, appropriazione indebita, falso le ipotesi di accusa a suo carico.
Nel primo caso è riuscito ad ottenere un finanziamento pubblico per la realizzazione del sito web dell'associazione: soldi che, secondo l'accusa, non gli sarebbero spettati, se non in parte, in quanto avrebbe usato uno stratagemma illegale per fornire le fatture utili a incassare il denaro. Nel secondo caso, una decina di clienti dello studio di cui è titolare lo hanno denunciato accusandolo di non aver versato allo Stato i contributi e gli altri oneri fiscali che loro gli avevano affidato come professionista di fiducia. Se dieci sono quelli che lo hanno denunciato, ad aver patito il danno sarebbero una quarantina di commercianti, artigiani, imprenditori grandi e piccoli, cooperative sociali.
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