Caso Femio, chiesto il processo
SPINEA
Il pubblico ministero di Venezia Angela Masiello aveva chiesto il rinvio a giudizio di Luca Femio, difeso dall’avvocato Giorgio Pietramala e titolare dell’omonima ditta di Spinea che si occupa di rottami ferrosi, per omicidio colposo. Ieri, il giudice veneziano Antonio Liguori ha rinviato l’udienza al 16 marzo del prossimo anno perché è stato chiamato a rispondere per il risarcimento il responsabile civile. I fatti sono del 20 febbraio di due anni fa, quando venne schiacciato dal cancello d’entrata dell’azienda il dipendente 38enne Emanuele Rocchi, di Castello di Godego (Treviso).
Era sabato, a mezzogiorno, e l’operaio stava richiudendo la cancellata scorrevole di ingresso, dopo che era passato un grosso camion. L'inferriata però era stata agganciata dal mezzo, che l'ha trascinata con sé, scardinandola dalla guida a terra e facendola cadere addosso a Rocchi, che si trovava spostato di lato ma a due passi dalla cancellata.
L'uomo era rimasto schiacciato dal pesante cancello di ferro, premuto contro di lui dal peso del grosso camion. Subito soccorso e trasportato in ambulanza all'ospedale dell'Angelo di Mestre, con diversi traumi, era spirato dopo due ore. Rocchi non risultava nell'elenco dei dipendenti della Femio e secondo i titolari si trovava sul posto come amico.
Stando all’accusa, a guidare il camion che ha trascinato il cancello c’era il titolare, Femio, al quale viene contestato, inoltre, di non aver predisposto le misure di sicurezza necessarie perchè l’ingresso dell’azienda fosse a norma, visto che entravano e uscivano grossi mezzi di trasporto. Stando alla difesa, comunque, vi sarebbe una corresponsabilità da parte di Femio, che avrebbe dovuto attendere che il camion fosse completamente passato prima di chiudere il cancello o, comunque, avrebbe dovuto tenerlo del tutto spalancato in modo da far entrare il mezzo con maggiore spazio.(g.c.)
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