Casinò, Sandro Parenzo sbatte la porta

Presentate le dimissioni da presidente della spa al sindaco, la guida passa a Massimo Miani
VENEZIA. Cinque mesi dopo la sua nomina a presidente della Casinò spa, Sandro Parenzo lascia: ieri ha comunicato le sue dimissioni al presidente del collegio dei sindaci, Ugo Campaner e al sindaco Orsoni, che l'aveva fortissimamente voluto alla guida della casa da gioco. Lo ha fatto alla vigilia del Consiglio di amministrazione che, ieri, ha approvato il bilancio consultivo 2010 in profondo rosso. La guida del Consiglio di amministrazione passa ora nelle mani di Massimo Miani, presidente dei commercialisti veneziani, già in Cda del Casinò come presidente della Marco Polo, la società dello stesso Casinò (e quindi del Comune di Venezia) proprietaria di parte delle aree agricole che la grande operazione Quadrante di Tessera renderà edificabili e alla cui vendita il Comune pensa per sistemare i conti della società che per decenni è stata il maggior contribuente della città e dei suoi servizi sociali.


E proprio sul «quantum» della convenzione tra la casa da gioco e l'amministrazione si è rotta l'intesa. Parenzo l'aveva annunciato il 30 aprile, in un'intervista a
La Nuova Venezia
: «Per rilanciare il Casinò bisogna ricostituire il capitale sociale e investire almeno 20 milioni. Se invece il Comune vuole solo continuare a "mungerlo" oltre le sue possibilità, non sono io il presidente adatto». Dichiarazioni che avevano scatenato un polemico seguito nei partiti di maggioranza. Il sindaco Orsoni la prende con flemma ufficiale, ma s'intende che la rottura è maturata su quei 20 milioni (sugli 80 già pattuiti al ribasso) ai quali il Comune non intende rinunciare, se non in minima parte, pena mandare gambe all'aria il bilancio della stessa Ca' Farsetti o azzerare i servizi sociali. «Parenzo era stato chiamato per rilanciare l'attività della società», commenta Orsoni, «ha trovato una situazione che rendeva prioritario il risanamento economico ed azioni di ristrutturazione patrimoniale, prima di ripartire con il business o, perlomeno, contemporaneamente. Iniziative di sviluppo che verranno e che richiedono risorse ed investimenti da parte dell'azionista. Lui ha constatato che la situazione fosse diversa rispetto alle sue aspettative e abbiamo concordato come fosse più opportuno, nell'interesse dell'azienda e quindi del Comune, affidare il cda a un presidente con una diversa esperienza manageriale». Miani, appunto. «Le necessità prioritarie della spa del Casinò», conclude una nota ufficiale del sindaco, «in questo momento non sono sinergiche alle competenze e all'obiettivo che Sandro Parenzo si era posto accettando la presidenza», ringraziandolo per «la disponibilità che ha sempre dato alla città, come quando creò la Fondazione Musei».


Anche da quella, come già da assessore alla Cultura della giunta Cacciari, Parenzo - che pure ha sempre rinunciato ai compensi - si era dimesso. Divorzio consensuale e senza tensioni - anzi, con la «l'augurio che le collaborazioni riprendano nel futuro» - mentre Orsoni assicura che l'amministratore delegato Vittorio Ravà resterà nel suo incarico.

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