Casinò di Malta in rosso Sospesa la licenza

La casa da gioco veneziana socia al 40% ha già fatto istanza di liquidazione Agostini: «Buco da 2,5 milioni segnalato da noi». Ravà: «Non è una nostra filiale»
Di Roberta De Rossi

Dopo tredici anni, l’avventura maltese del Casinò di Venezia si è chiusa nel peggiore dei modi, con l’istanza la messa in liquidazione presentata dalla stessa casa da gioco veneziana alle autorità di La Valletta, nei confronti della Vittoriosa Gaming, la società presieduta dal leccese Fernando Orlandi, che detiene il 60% del gruppo. Un investimento mai decollato e che ha sempre creato problemi a Venezia: dai tentativi di acquisizione da parte di gruppi camorristici all’inchiesta sul falso sito per il gioco d’azzardo online con il logo della società (inchiesta che aveva visto finire in carcere lo stesso Orlandi, poi prosciolto) fino ai conti in rosso attuali. Un buco di 2,5 milioni di euro - spiega il direttore generale del Comune e nel cda del casinò maltese, MarcoAgostini - il 10% dei quali a carico del Casinò di Venezia, che detiene sì il 40% delle quote, ma in virtù dell’accordo sottoscritto dai nuovi amministratori nel 2011 (con Agostini, l’amministratore delegato di Ca’ Vendramin Calergi, Vittorio Ravà) si fa carico di un decimo delle spese e del “rosso”. Naturalmente, stante la situazione di difficoltà, l’azione giudiziaria rischia di azzerare anche il valore delle quote di proprietà della Casinò di Venezia spa - che peraltro in questi anni ha cercato invano di venderle - valutate 4 milioni di euro. Ieri, intanto, l’Ente nazionale delle lotterie e delle case da gioco maltese ha sospeso la licenza per le operazioni del Casinò maltese, per via della non conformità delle condizioni stipulate nella licenza come casinò: secondo il sottosegretario Edward Zammit Lewis - intervistato dal “Times” di Malta, riportano le agenzie - la licenza del Casinò è stata sospesa per l’accumulo di perdite nel bilancio registrate fin dal 2011. Sono 67 gli addetti che sono a rischio di impiego per via della direttiva del governo di La Valletta, che ha l’obbligo di intervenire tramite il regolatore per garantire le vincite dei giocatori. Secondo Zammit Lewis, il governo maltese si è impegnato (invano) per queste ultime due settimane per cercare di risolvere la questione con la gestione del Casinò. «In pratica non sono state regolarmente versati i contributi e le imposte dagli amministratori della società», osserva Marco Agostini, «e i nostri solleciti sono rimasti vani: non potevamo certo noi, soggetti pubblici, coinvolti nella questione e abbiamo fatto istanza di fallimento. Certo, questa è un’attività mai realmente avviata».

Il Casinò di Venezia - da parte sua - precisa in una nota di essere titolare, dopo la cessione del dicembre 2005, «di una quota di minoranza pari al 40% del capitale di Vittoriosa Gaming Ltd (Vgl), società di diritto maltese che gestisce, in via autonoma ed esclusiva, una casa da gioco denominata “Casinò di Venezia”». Questa struttura, sottolinea Ca’ Vendramin, non è dunque una filiale del Casinò di Venezia: «La decisione di Lga (Lotteries & Gaming Authority di Malta) di sospendere la licenza di Vgl per la gestione della casa da gioco non è giunta inattesa per il Casinò Municipale di Venezia, i cui amministratori da tempo avevano assunto una serie di iniziative a tutela della partecipazione del socio di minoranza».

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