Case Ater, in arrivo settemila bollettini «La quasi totalità avrà un affitto ridotto»

Soddisfatto il presidente Speranzon: i nuovi canoni tutelano anziani e disabili e sono retroattivi da luglio 2019



Sono in partenza i primi 7 mila bollettini con i nuovi canoni Ater per gli inquilini veneziani, calcolati sulla base della revisione alla legge regionale sugli alloggi pubblici Erp. Un altro lotto di 750 posizioni verrà spedito la prossima settimana dopo gli ultimi conteggi.

«C’è soddisfazione per questo risultato. I nuovi canoni sono stati calcolati con tutele per gli anziani e i disabili, e hanno effetto retroattivo da luglio 2019», fa sapere il presidente dell’Azienda territoriale veneziana, Raffaele Speranzon. Uffici a ranghi ridotti ma l’informazione è doverosa: «Abbiamo dovuto sospendere momentaneamente gli incontri sul territorio, per tutelare la salute pubblica e in ottemperanza alle misure di contenimento, ma abbiamo potenziato le linee telefoniche e continuo ad incontrare gli inquilini, solo che gli appuntamenti ora si svolgono con FaceTime», dice il presidente. Ieri in una nota dell’Arav, tutti i presidenti delle Ater del Veneto hanno annunciato che sono in partenza le lettere di comunicazione, con i relativi bollettini precompilati, che in Veneto interessano oltre 40 mila inquilini assegnatari di un alloggio pubblico di proprietà di Ater, Comuni o municipalizzate. I nuovi canoni, in vigore dal primo marzo, sono stati ricalcolati, non senza problemi, sulla piattaforma regionale che raccoglie tutte le informazioni dei nuclei assegnatari e degli immobili destinati ad edilizia residenziale pubblica, hanno valore retroattivo, dal 1° luglio scorso. «Nella quasi totalità dei casi i nuovi conteggi determinano riduzioni del canone dovuto: le Aziende territoriali delle sette province venete provvederanno a restituire agli assegnatari quanto percepito in più dal 1° luglio scorso, data di applicazione delle novità introdotte con la legge regionale 39/2017». Gli importi dovuti saranno ripartiti in più mensilità e dovranno essere corrisposti nel più breve periodo possibile, comunque entro il 31 dicembre di quest’anno. Per i conguagli occorre invece attendere, visto che i calcoli sono complessi e dipendono da casa a caso per le sopraggiunte modifiche di dati reddituali, della composizione del nucleo familiare o altri fattori che sono intervenuti a modificare le condizioni oggettive in cui si trovano gli assegnatari di alloggi. Le modifiche sono state introdotte dopo mesi di proteste acuite la scorsa estate con l’arrivo dei bollettini rincarati. Il limite di reddito Isee per poter mantenere il diritto all’alloggio pubblico sale da 20 mila a 35 mila euro per gli assegnatari storici, cioè per gli inquilini entrati in base alla vecchia legge 10/1996; la permanenza è garantita, indipendentemente dal reddito, se nel nucleo familiare è presente un anziano over 65 o una persona disabile; per gli inquilini che hanno ottenuto la casa con la nuova legge (la 39 del 2017) invece la soglia di reddito annuo per mantenere il diritto all’alloggio sale da 20 a 26 mila euro; nel canone non va applicata l’Iva. Sono cambiati anche i calcoli che portano al valore del canone. Tra le nuove norme c’è anche il fatto che le Aziende e i Comuni agli alloggi valori inferiori con le categorie scadente e normale, anziché quelle superiori normale e ottimo e questo porta ad una diminuzione degli affitti.

Le modifiche legislative e regolamentari approvate da Giunta e Consiglio regionale a fine dicembre, hanno reso più graduale l’applicazione della riforma tutelando gli assegnatari a basso reddito, gli anziani, le persone disabili.

Le Ater ricordano che «per circa l’85% degli assegnatari l’applicazione dei nuovi canoni comporta una riduzione, a volte anche molto consistente del canone mensile, mentre per il restante 15 % l’aumento è determinato in misura preponderante alle mutate e migliorate condizioni economiche del nucleo assegnatario e quindi alla presentazione di valori di Isee più elevati». —



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