Anziani in casa di riposo senza condizionatori, stanze a 30 gradi: Nas alla Stella Maris
A soffrire maggiormente l’ondata di caldo, sono i 30 ospiti che la scorsa primavera erano stati spostati in un’ala del vicino San Camillo

Oltre trenta gradi nelle stanze degli anziani, i familiari degli utenti dell’rsa Stella Maris chiedono un intervento urgente al sindaco, e fanno scattare i controlli dei Nas. A soffrire maggiormente l’ondata di caldo, sono i 30 ospiti che la scorsa primavera erano stati spostati in un’ala del vicino San Camillo, in previsione dei lavori di ristrutturazione del loro reparto, ad oggi non ancora realizzati.
«La mancanza della climatizzazione» ha spiegato Lucia Siega, rappresentante dei familiari, in una lettera indirizzata ai Carabinieri, «si sta traducendo in problemi di salute negli anziani e piaghe da eccessiva temperatura. Le conseguenze di tale condizioni potrebbero essere fatali per gli ospiti sofferenti, ma tutti i tentativi dei familiari di ottenere una soluzione da Codess, cooperativa che gestisce l'rsa in questione, non hanno portato a nessun risultato se non la promessa di un futuro sopralluogo dei tecnici per valutare il guasto e programmare il ripristino, probabilmente in tempi inaccettabili data l'urgenza».
Il giorno dopo aver ricevuto la mail, i Nas sono andati in sopralluogo nella casa di riposo e anche la Protezione Civile del Lido, coinvolta dai parenti degli anziani, e il Codacons hanno portato pinguini per cercare di dare sollievo agli utenti.
La richiesta dei familiari è quella di installare i condizionatori in ogni stanza, cosa che comporterebbe lavori importanti sulla struttura. «Crediamo sia inaccettabile e disumano tenere gli anziani a letto con quelle temperature», prosegue Siega, «soprattutto quando sappiamo che sono i primi a risentire degli effetti del caldo». Per i familiari non è solo una condizione inammissibile ma, come hanno scritto ai Carabinieri, è da ritenersi «una forma di maltrattamento».
La pressione esercitata dai parenti, così come il viavai tra Nas, Protezione civile e Codacons, hanno accelerato i sopralluoghi dei tecnici e la struttura si è detta in attesa di ricevere un preventivo per capire il da farsi. «Intervenire ora, è comunque tardi», fa notare Siega, «anche lo scorso anno ci sono stati gli stessi problemi, i lavori andavano fatti prima che il caldo iniziasse. È una situazione che dev’essere risolta una volta per tutte».
Anche Tommaso Todesca del Codacons si dice pronto a supportare i familiari che hanno intenzione di chiedere un risarcimento per quello che definisce «un grave disservizio». Intanto, ieri mattina altri pinguini sono stati portati dagli anziani ma, inevitabilmente, è nato il problema del sovraccarico della corrente. Motivo per cui i parenti chiedono interventi urgenti. —
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