Casa di riposo, variante sotto accusa

Camponogara: il valore dell'area è passato da 150 mila euro a 2 milioni e 650 mila
 
CAMPONOGARA.
Il 63enne Giuliano Masenadore e la moglie Bruna, grazie alla variante approvata il 28 luglio 2008 dalla giunta di Desiderio Fogarin, hanno visto lievitare il valore dei loro 18 mila 920 metri da 150 mila euro a due milioni e 650 mila.  Appena trasformata da zona agricola ad area per attrezzature di interesse comune, infatti, i proprietari l'hanno venduta all'agenzia immobiliare «Abitalia srl», che in poco più di una settimana a sua volta l'ha ceduta al «Consorzio sociale Cps», un colosso a Treviso nel settore sociale con le sue case di riposo e asili per l'infanzia.  Questo il cuore delle indagini del pubblico ministero Francesca Crupi, che hanno portato al sequestro dell'area di via Premaore tra Camponogara e Fossò e all'iscrizione sul registro degli indagati di 12 persone per concorso in abuso d'ufficio e violazione delle norme urbanistiche. Oltre all'ex sindaco di centrodestra, sono l'ex vicesindaco Antonio Gobbin e l'intera giunta del 2008: Pasquale Chirico, Alcide Cosmi, Denis Compagno, Danilo Ferrari e Francesco Mescalchin.  Inoltre, sono accusati degli stessi reati la coppia dei proprietari, il capo dell'Ufficio tecnico comunale Maurizio Bullo, la responsabile dell'Urbanistica Claudia Lazzaretto e la rappresentante legale del «Cps» Paola Mason, che hanno ottenuto la concessione a costruire la casa di riposo per anziani.  E Mason, con un comunicato, ha espresso ieri il suo sconcerto per l'indagine: «Il Centro servizi per anziani - si legge - è conforme al Piano di attuazione territoriale e alla Programmazione attuativa dell'unità di offerta dell'Ulss 13». Inoltre, spiega che il cambio di destinazione d'uso era stato votato prima dell'acquisto e che il progetto aveva già ottenuto l'autorizzazione della Regione, il parere dei Vigili del fuoco e il permesso a costruire del Comune».  Proprio per tutto questo la «Cps» ribadisce la sua estraneità ai fatti contestati «in quanto la documentazione della pratica di acquisto del terreno e della realizzazione della struttura non presentava elementi di illegittimità e illegalità».  Cose ben diverse scrive il giudice veneziano Antonio Liguori che ha firmato il decreto di sequestro preventivo dell'area. «La trasformazione della destinazione d'uso avvenuta attraverso la variante è in contrasto con la previsione del Piano di assetto territoriale...Le modifiche risultano essere anche sostanzialmente incompatibili con la destinazione agricola prevista dal nuovo Piano di assetto territoriale intercomunale, adottato nel 2006...donde l'illeggittimità della variante e del permesso a costruire» si legge. E ancora: «L'amministrazione non esercita competenze direttamente. Trascura di valutare la compatibilità dell'intervento con gli strumenti di piano. Non compie la benchè minima istruttoria. Non valuta il progetto in funzione di utilità e interesse collettivo». Infine, il giudice si occupa di Bullo e Lazzaretto: «Dopo aver reso prestazioni pagate da privati quali liberi professionisti, inopinatamente sono tornati ad assumere veste di capo ufficio tecnico e responsabile Urbanistica del Comune, esercitando delicate funzioni di controllo e approvazione».

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