Casa di riposo, lavori a giugno
MIRA. «Che fine ha fatto la casa di riposo di Mira?». Se lo chiedono Elsa Marchiori e Ugo Semenzato, rappresentanti dell’associazione Suor Armanda che almeno un anno fa avevano partecipato al sondaggio indetto dal Comune per dare un nome alla prima casa di riposo del più popoloso comune rivierasco. Al momento c’è stata solo la posa della prima pietra, in periodo pre-elettorale, da parte dell’ex sindaco Michele Carpinetti. Un’ala della nuova struttura che dovrebbe sorgere in via Boldani a Mira porte era stata intitolata ad Adele Zara, l’altra appunto a suor Armanda.
Paolo Dalla Bella, presidente della cooperativa che costruirà e gestirà l’opera, rassicura tutti. «Abbiamo perso oltre un anno di tempo a causa dei passaggi burocratici avvenuti in Regione e negli uffici tecnici» dice Dalla Bella «questo perchè la capienza è stata aumentata dalla conferenza dei sindaci dell’Asl 13 e dalla Regione a maggio dello scorso anno da 90 posti per non autosufficienti a 120, e con una struttura dedicata a disabili gravi da 20 posti letto. Giovedì prossimo il Comune di Mira dovrebbe darci finalmente i permessi a costruire che attendiamo. Per giugno i lavori dovrebbero finalmente partire. Saranno conclusi nel giro di due anni e mezzo, ma intanto se ne è perso uno e mezzo».
Il nuovo complesso si compone di due strutture complementari. Una per anziani non autosufficienti da 120 posti letto (Adele Zara) e un’altra per disabili gravi (suor Armanda) con 20 posti letto. Le due strutture saranno collegate da un parco di 1500 metri quadrati, e a servire l’area ci saranno parcheggi con circa 200 posti auto. La costruzione della nuova casa di riposo costerà complessivamente 13 milioni di euro.
All’interno saranno impiegati 130 lavoratori, fra medici, paramedici e personale delle mense e di assistenza. Ci sarà una sala polivalente con postazioni Internet, non mancheranno palestre di fisioterapia e aree per la visione di film ascolto musica e biblioteca. La nuova struttura avrà anche un centro cottura del tutto autonomo. Dal ritardo alla polemica politica. «L’ampliamento era perfettamente prevedibile e auspicato anche dall’imprenditore» sottolinea ora dice il segretario provinciale dell’Udc Luca Scalabrin «è chiaro che l’inaugurazione di Carpinetti alla vigilia delle elezioni fu solo una passeggiata elettorale. Venni tacciato di strumentalizzazioni. Il tempo mi ha dato ragione».
Alessandro Abbadir
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