Carbones e il gruppo Bogazzi vogliono prendersi l’interporto

In vista del nuovo bando di vendita, atteso per fine luglio, si fanno avanti altri due “pezzi grossi” per rilevare gli asset del terminal portuale del Centro Intermodale Adriatico (Cia) e di altre due società del Gruppo Eugenio De Vecchi, Interporto spa e Sonora. Le nuove manifestazioni d’interesse arrivano dopo l’altolà di due banche come Mps e Bnl al discusso imprenditore ligure Gabriele Volpi – detto l’africano per i suoi molteplici affari in campo petrolifero in quel continente – che stava per acquisire l’intero Interporto del Centro intermodale Adriatico (Cia) di Porto Marghera per un valore di 68 milioni di euro. Si tratta della società Carbones Italia srl, controllata dal gruppo Carbones Holding GmbH con sede a Vienna, attiva da oltre vent’anni nel trading di materiali metallurgici per aziende leader a livello internazionale alle quali fornisce anche rinfuse ferrose come quelle che vengono scaricate all’Interporto di Venezia. Il secondo possibile acquirente è il Gruppo Bogazzi che fa capo all’armatore Enrico Bogazzi, proprietario della società Porto di Carrara spa – già comproprietaria di Transped Logistica che gestisce il terminal in a Darsena della Rana sul canale Ovest di Porto Marghera dove ha rilevato, due anni fa con l’assistenza del noto commercialista Giulio Andreani, il terminal Multi Service di Porto di Marghera di cui è l’attuale presidente.
Oltre a questi due nuovi e importanti soggetti interessati all’acquisizione del terminal veneziano – nato dopo una delle prime e poche riconversione delle aree industriali dismesse a Porto Marghera, in questo caso quella in cui sorgeva Alucentro, la fabbrica di anodi di alluminio dimessa nel 1993 che si affaccia su via dell’Elettricità – ci sarebbero anche altri imprenditori che singolarmente o in associazione sarebbero interessati a “pezzi” dell’Interporto veneziano che è in concordato fallimentare dal 2014, su decisione del Tribunale di Venezia, insieme al Centro Intermodale Adriatico, entrambi di proprietà di Eugenio De Vecchi, proprietario di altre 5 società nel settore portuale di Marghera, gravate da circa 130 milioni di debiti al seguito di una lunga crisi cominciata nel 2008, in coincidenza con la morte di due operai per asfissia, mentre lavoravano nella stiva piena di cereali.
Tra gli altri soggetti interessati, secondo fonti accreditate, ci sarebbe anche il Gruppo controllato dalla Holding Orleans di Gabriel eVolpi che potrebbe rifarsi avanti con un nuova offerta, stavolta limitata a un fetta dell’area scoperta di 150.000 metri quadri, provvista di una lunga banchina e grandi piazzali di stoccaggio delle rinfuse ferrose e di carbone, di cui 90.000 di spazi coperti, 9.550 di immobili con uffici, magazzini autorizzati allo stoccaggio di cereali ad uso alimentare umano e zootecnico. —
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia