Car sharing, Avm lascia e cerca privati
Il servizio dell’auto in affitto non decolla. Zuin: «Cerchiamo di renderlo più produttivo, puntiamo ad avere cento mezzi»

MESTRE. Car sharing, la giunta Brugnaro intende privatizzare l’auto pubblica in affitto che era stato uno dei progetti della mobilità sostenibile introdotto ben 15 anni fa dalle giunte di centrosinistra. Un servizio che pare essere diventato un “peso” per Avm, la holding della mobilità che si occupa di trasporti. E così mentre a Milano e Torino il servizio ad inizio 2017 ha visto in sei mesi un boom di utilizzo del più 35%, a Venezia questo servizio funziona ma è rimasto sempre di nicchia mentre le ricerche nazionali segnalano che c’è sempre meno voglia di una auto di proprietà (visti i costi) e anche servizi come bici e scooter pubblici in affitto piacciono.

02.01.2002.- CAR SHARING VENEZIA. GARAGE COMUNALE PIAZZALE ROMA.- INTERPRESS/FORNASIER
La giunta fucsia, quindi, ha approvato il via libera ad una indagine esplorativa per affidare ai privati il servizio nel territorio del Comune di Venezia. «Il servizio è in equilibrio sostenuto dagli ammortamenti ma visto che vogliamo potenziarlo abbiamo deciso, con una scelta strategica che mira a potenziarlo e renderlo più produttivo, di rivolgerci ai privati», spiega l’assessore al bilancio Michele Zuin. «Ad Avm che ha altre migliaia di cose da fare, di certo non piangono e noi vediamo di farlo funzionare meglio aprendo ai privati». La selezione, si spiega, punta ad un servizio di car sharing con 100 vetture (contro la cinquantina attuali) e prevedendo per i primi tre anni tariffe non superiori a quelle praticate nel 2017 da Avm.
«Lo sviluppo del servizio pubblico di car sharing in ambito urbano, porterà effetti positivi in termini di riduzione dell’inquinamento atmosferico e del traffico veicolare, ne siamo convinti», dice l’assessore Renato Boraso che annuncia una sperimentazione di «cinque anni in sostituzione dell’attuale servizio gestito da Avm». I privati che vogliono concorrere devono avere una flotta di mezzi con «emissioni zero e/o ibridi termico/elettrico multimodale», in linea con le norme europee. E niente mezzi con più di 4 anni o più di 100 mila km percorsi. Il servizio va esercitato con almeno 40 mezzi ma la previsione del Comune è che si arrivi a 100, puntando sui mezzi meno inquinanti. L’80% dei veicoli dovrà avere una lunghezza inferiore ai 4 metri (auto piccole) e tutti i mezzi della flotta dovranno avere un logo riconoscibile e il simbolo della città di Venezia. In cambio dell’affidamento ai privati, il Comune chiede la corresponsione di un canone pari a 1.200 euro annui per ciascun veicolo (a titolo forfettario) per l’utilizzo del suolo e dei servizi della città. Per cento mezzi significano almeno 120 mila euro l’anno. L’importo potrà essere ridotto fino ad essere azzerato per i veicoli con emissioni di CO2 minori di 95 grammi/chilometro al fine di incentivare la diffusione di veicoli poco inquinanti. Garantiti ai privati sosta gratuita nei parcheggi con sosta a pagamento, la gratuità di accesso e circolazione nelle Ztl (già praticamente tutte sospese) e sulle corsie riservate e, parcheggi dedicati, già garantiti oggi con il servizio ereditato da Avm.
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