Campolongo, sequestrata una palazzina abusiva

CAMPOLONGO MAGGIORE. E’ finita sotto sequestro la nuova costruzione di via Villa, al civico 115-117, a Bojon. Il pubblico ministero di Venezia Giorgio Gava ha chiesto e ottenuto dal giudice il provvedimento (si tratta di un sequestro preventivo) nell’ambito di un’indagine per abuso edilizio nella quale sono indagati il committente dei lavori Simonetta Busato, il direttore dei lavori Francesco Coccato e il titolare dell’impresa costruttrice Luciano Bernardi .
Gli accertamenti degli agenti della Polizia giudiziaria della Procura veneziana sono stati avviati sulla base dell’esposto di una vicina, che si è vista crescere il nuovo edificio con volumi ben maggiori della costruzione che c’era in precedenza. E la signora non aveva torto: prima a quei due civici c’erano due piccole costruzione, ognuna composta da un garage e l’appartamento al primo piano.
Adesso è sorto un complesso con nove appartamenti, due negozi a piano terra e sei unità direzionali (uffici). Tutto questo senza alcuna autorizzazione urbanistica da parte degli uffici comunali di Campolongo.
Stando alle accuse, l’abbattimento delle costruzioni precedenti e l’innalzamento del nuovo complesso per un volume molto maggiore di quello esistente in precedenza sarebbe stato avviato e concluso (i lavori non sono terminati, come si può osservare dalla fotografia scattata in questi giorni, ma i muri sono già tutti al loro posto, compreso il tetto) grazie ad un semplice avviso di inizio attività. Nessuna licenza edilizia era stata richiesta e naturalmente concessa, era partito verso gli uffici municipali solo l’avviso dei lavori per ristrutturazione e ampliamento.
Ora, i tre indagati per abuso edilizio potranno ricorrere contro il provvedimento del giudice veneziano, che ha accolto la richiesta del rappresentante della Procura, e dovranno farlo davanti al Tribunale del riesame: prima di tutto per poter avere in mano tutta la documentazione raccolta dall’accusa, in secondo luogo per poter andare avanti con i lavori.
I sigilli posti dai poliziotti, infatti, impediscono a chiunque di entrare nel cantiere e di conseguenza di proseguire con gli interventi edilizi. I lavori potranno riprendere solo nel caso i giudici del Tribunale accolgano il ricorso dell’avvocato Raffaele Bucci, il legale al quale si sono rivolti i tre indagati.
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