Campane registrate Rivolta dei fedeli e lettera al Patriarca
Niente più campane a Sant’Alvise. Problemi di statica, regolamenti antisismici. E da tre anni il tipico suono della chiesa non si sente più, ripristinato qualche settimana fa da una musica registrata. I parrocchiani si sono ribellati. E adesso uno di loro, l’architetto Giuseppe Cristinelli, ordinario di Storia del restauro architettonico all’Iuav, ha scritto alla Curia offrendo la sua disponibilità a contribuire per ripristinare le campane. «Il suono delle campane di Sant’Alvise», scrive il docente al responsabile della Curia don Giovanni Trabucco, «erano anche per un laico, un richiamo a momenti che cadenzavano la giornata e la settimana, come il venerdì pomeriggio, il sabato sera e la domenica. Questo non avviene più per via di regolamenti antisismici, per cui il nostro campanile non è a norma». «Dopo due-tre anni di silenzio», continua il professore, «le campane hanno ripreso a suonare, ma si tratta di un bruttissimo suono gracchiante registrato, emesso da un cattivo altoparlante. Mi metto a disposizione per trovare una soluzione, anche dal punto di vista del problema sismico». Pur di riavere le campane allo stato puro, Cristinelli si dice pronto a mettere a disposizione la sua competenza. E don Giovanni gli ha assicurato il suo interessamento. Si tratta di consolidare le strutture della cella campanaria, in modo da consentire senza pericoli l’oscillazione delle pesanti campane. «Per noi parrocchiani, fedeli e non», dice Cristinelli, «sarebbe una grande cosa. E un ritorno alla tradizione più autentica».
Il campanile di Sant’Alvise soffre come molte altre torri campanarie della città storica di problemi statici. Fondazioni antichissime, che non sempre hanno avuto interventi di consolidamento come il campanile di San Marco – che sarà inaugurato il 25 aprile, nel 101esimo anniversario della sua ricostruzione, o come Santo Stefano e i Frari. La torre di Sant’Alvise è una delle più antiche della città, alta circa 30 metri. Risale al periodo medievale (XIII secolo) rimasta quasi intatta fino ad oggi Struttura in cotto, con cuspide «a pigna» e guglie agli angoli. Chiesa dei fine Trecento, rimaneggiata nel Settecento, con annesso il monastero delle Canossiane. Ma da tempo il campanile soffre di problemi statici. Un problema generale per il mantenimento delle oltre cento torri campanarie della città, di cui buona parte ha un’età apprezzabile di molti secoli. Fondi tagliati dallo Stato alle Soprintendenze, al Magistrato alle Acque e alla Curia. Così le campane di Sant’Alvise sono state “silenziate” per anni. E il suono registrato adesso ha provocato la rivolta dei parrocchiani.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia