Camici bianchi con i fischietti contro Monti

Sit-in di 210 titolari di farmacie del Veneziano in campo San Stin. Dalle 10 fino alle 13 ieri i camici bianchi hanno manifestato contro i tagli alla categoria previsti dal decreto sulla spending-review del governo Monti. La ripercussione immediata dell’attuazione del decreto sulla revisione di spesa cedrà «il licenziamento di 210 dipendenti, uno per ogni farmacia», secondo i calcoli di Federfarma Venezia, sindacato dei farmacisti che ha mobilitato i propri associati. Il piccolo campo San Stin, dove in ultimo la manifestazione annunciata a San Polo è stata spostata, era stracolmo di dottori armati di fischietti, megafoni e cartelli: «Le farmacie non sono un bancomat», si è potuto leggete, oppure: «La farmacia è morta». Un tambureggiare indistinto, cadenzato da centinaia di fischi. Fisso il presidio di quattro poliziotti. Per tutto il giorno, in concomitanza con quanto è accaduto a livello nazionale, le farmacie hanno abbassato le serrande al pubblico, escluse quelle di turno. L’annuncio anticipato del sit-in ha limitato i disagi al pubblico.
Ma il nodo su cui i manifestanti hanno fatto presa è stato proprio quello: «Colpire le farmacie», spiegano i camici di umore nero, «significa ridurre il servizio sanitario nazionale e quindi a ruota pesare su i cittadini che ne usufruiscono, inclusi i mutuati». In cima alla lista dei «No», l’obbligo di sconto attuato dal decreto sui farmaci per il sistema sanitario nazionale passato dall’ 1,28 al 3,65%. «Il che si tradurrebbe in un taglio di 32mila euro sull’incasso annuo di 80mila euro per una farmacia media», dice Giacomo Celso Pancino, presidente provinciale di Federfarma. «Se sommiamo il 3,65% alla media del 7% che già pratichiamo e allo 0,60 % previsto per alcune fasce di prodotti, arriviamo quasi al 12%. Un tasso di sconto che ci porterebbe al fallimento». Assieme ai farmacisti del Veneziano, anche due rappresentati di Padova e Vicenza, per uno specchio di rappresentanza di 700 farmacie. A subire soprattutto i tagli sulla spesa sono le farmacie rurali, presenti sotto i 5mila abitanti. Ma anche Venezia ne risente con forza, dove è presente una farmacia ogni mille e seicento abitanti. In partica ce ne sono 17 in più rispetto al quorum una ogni 3300 abitanti.
«Un sovrappiù di attività che ha portato al fallimento della farmacia “Alle due sirene” il 29 dicembre 2011», spiega il presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Venezia, Fiorenzo Zago. Tre delegati sono stati accolti alle 12 dall’assessore regionale alla Sanità, Luca Coletto che ha detto: «Appoggiamo questa battaglia. Gli stessi tagli orizzontali che subisce la Regione, li subiscono anche i farmacisti».
Marco Petricca
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