Camera di commercio oltre un milione per iniziative culturali

Il segretario Crosta: «Meno risorse per il prossimo anno ma punteremo di più sulla formazione scuola-lavoro»

Cultura e impresa non sono poli distinti ma elementi che, se intrecciati nel modo giusto, non possono che creare un potente circolo virtuoso. La tesi di fondo della conferenza stampa della Camera di Commercio Venezia Rovigo Delta Lagunare, riguardante il bilancio delle iniziative culturali promosse dall’ente nell’anno 2016 e tenutasi ieri negli splendidi ambienti del Palazzo del Commercio in Calle Larga XXII Marzo, è chiara sin dall’inizio.

Nel corso di questi ultimi 12 mesi sono state stanziate risorse economiche pari a un milione e 225mila euro, una cifra che è stata destinata seguendo tre assi principali. 375mila euro indirizzati alla realizzazione di progetti condivisi con le istituzioni universitarie e gli organismi culturali del territorio, quali la Fondazione La Fenice, la Fondazione Biennale e l’Ateneo Veneto; 130mila euro volti alla promozione del patrimonio artistico e culturale della zona, iniziativa che ha come punta di diamante il sostegno alla Mostra “I Nabis, Gauguin e la pittura italiana d’avanguardia”; 720mila euro versati nell’ambito di programmi su legalità, alternanza scuola e lavoro e benessere del territorio, un indirizzo che si è concretizzato anche nel bando per l’erogazione di contributi alle imprese che si mettono a disposizione per introdurre gli studenti alla propria attività.

«Bisogna davvero rendersi conto che promozione culturale e sviluppo economico vanno strettamente a braccetto» ha spiegato Roberto Crosta, segretario generale della Camera di Commercio Delta Lagunare «quando si va in visita a un museo e se ne ammirano i dipinti o quando si va ad assistere a un concerto sinfonico non ci si sta solo arricchendo a livello artistico e umano, ma si sta anche contribuendo, alla creazione di un indotto. Prendiamo l’esempio della Fenice: oltre al ricavo derivante dalla vendita dei biglietti esiste tutto un fondamentale giro economico inerente ai costumi di scena, ai dipendenti della Fondazione, alla realizzazione delle scenografie, ai ristoranti e agli alberghi circostanti che, messo insieme, costituisce da solo l’1% della ricchezza prodotta nell’area metropolitana».

Un meccanismo virtuoso che, portato su scala nazionale, mostra nel 2015 un contributo delle iniziative culturali alla ricchezza prodotta nel Paese di 89,7 miliardi di euro, pari al 6,1% del totale, un’iniezione di denaro che, al termine della filiera culturale, stimola altre risorse fino a raggiungere quota 249,8 miliardi.

«Per il 2017 è in programma un’azione che potremmo definire “Piano per la Cultura 4.0”. Concentreremo le risorse verso la digitalizzazione, la proficua alternanza scuola lavoro (e non si parla di mettere i giovani a far fotocopie o portare il caffè ai superiori, ma di formare in loro competenze concrete, magari con il rilascio di certificazioni da apporre al curriculum), e la cultura della legalità. Non solo nelle scuole secondarie ma possibilmente anche in quelle primarie. In questo modo l’attenzione a temi quali l’avversione all’evasione e alla contraffazione può essere stimolata già in età scolare».

Marco Flavio Lapiccirella

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