Calzaturificio Martina verso la chiusura «Altri dieci a rischio»

CAMPAGNA LUPIA

Calzaturificio verso la chiusura e altri 10 sono in procinto a farlo nelle prossime settimane, a causa della crisi dei mercati e alla mancanza di ordinativi che di fatto ha dato il colpo finale ad attività che già da tempo navigavano in cattive acque. «Abbiamo avuto notizia» spiega Michele Pettenò della Filctem Cgil «che il calzaturificio Martina ha attivato la procedura di concordato. Perdono il posto di lavoro così circa una ventina di dipendenti».

In paese che il calzaturificio da qualche tempo non andasse bene era noto, ma in molti speravano in un epilogo diverso.

E non finisce qui. «Non c'è» spiega Michele Pettenò «solo il calzaturificio Martina di Campagna Lupia fra i problemi attuali che stiamo affrontando sul fronte della difesa dell'occupazione. Un'altra decina di altri calzaturifici del distretto della calzatura della Riviera del Brenta, già in questo momento sono in difficoltà e prossimi alla chiusura. Rischiano di restare a casa in poche settimane 150 lavoratori. Bisogna affrontare tutti insieme una crisi molto grave e gli ammortizzatori sociali da soli non bastano. Servono investimenti ed innovazione tecnologica. Questa crisi deve fare da spartiacque in questo settore nel modo di fare impresa. Con la fine dell'anno la moria delle aziende del calzaturiero potrebbe essere la più grave degli ultimi 30 anni».

Nei giorni scorsi i sindacati hanno lanciato un appello per far avere a circa 3000 lavoratori del distretto della calzatura della Riviera del Brenta delle piccole aziende, gli ammortizzatori che attendono dallo scorso maggio dal ministero competente. Il comparto della calzatura conta nell'area a cavallo fra il veneziano e il padovano, un migliaio di aziende per circa 10 mila dipendenti.

Resta ancora poi la questione dell' accordo sul premio di produzione che Acrib non è intenzionata per ora a siglare.

Per questo Cgil e Cisl hanno prorogato per il mese di ottobre lo stato di agitazione che avevano indetto ancora ad agosto. La questione è molto sentita nel comparto. È un premio che prevede una media di 700-800 euro all'anno per lavoratore. «Speriamo di fissare un incontro con Acrib entro questo mese» spiegano i sindacati «per poter affrontare le questioni irrisolte». —

Alessandro Abbadir

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